Lottò contro la camorra per salvare i bambini dai pedofili. Oggi ai Salesiani di Torre Annunziata incontro in onore di Matilde Sorrentino, il cui volto si colloca fra le innumerevoli vittime della camorra del nostro paese. La cerimonia ha visto presenti i ragazzi degli istituti superiori “G. De Chirico”, “Pitagora Croce”, “G. Marconi” e l'istituto comprensivo Leopardi-Parini-Rovigliano. Presenti all'incontro commemorativo, moderato dalla giornalista Giovanna Salvati, il Prefetto di Napoli, Michele di Bari, il sindaco Corrado Cuccurullo, la vicesindaco Tania Sorrentino, il papà di Annalisa Durante, Giannino, il direttore della Casa Salesiana Don Francesco Redavid, i vertici delle forze dell'ordine e il presidente della fondazione Polis Don Tonino Palmese. 

"Non possiamo delegare unicamente allo Stato la lotta alla camorra. Sono felice che i ragazzi abbiano scritto queste lettere mettendo nero su bianco le loro preoccupazioni - dichiara il Prefetto Michele di Bari - Le nuove generazioni sono fondamentali in questa operazione di riscatto, ma è bene ricordare che ognuno deve fare la propria parte per sconfiggere la criminalità".

La commemorazione è stata realizzata in onore di Matilde Sorrentino, conosciuta da tutti come “Mamma Coraggio”, la cui storia mette in luce un aspetto oscuro di Torre Annunziata: la camorra. Matilde è stata una donna coraggiosa che, come portavoce di altre tre mamme, ebbe il coraggio di denunciare le violenze e gli abusi subiti da uno dei suoi figli, di soli sette anni, nella scuola del Rione Poverelli. La donna non sa, però, che quell’amore sconfinato nei confronti del figlio, le costerà la vita. Verrà uccisa sull’uscio della sua abitazione, da una raffica di quattro proiettili, scagliati da Alfredo Gallo (all'epoca 27enne) che, con alle spalle diversi reati, un anno più tardi riceverà l'ergastolo. Questa vicenda ha segnato la storia di Torre Annunziata in modo significativo. Una tragica fine, quella di mamma Matilde, molto simile ad un’altra vicenda che da qualche anno si è aggiunta alle barbarie della nostra città. 

Ad essere presente, anche in qualità di vicesindaco, la moglie di Maurizio Cerrato, Tania Sorrentino. L'uomo, il 19 aprile 2021, fu brutalmente assalito e successivamente ucciso, da un gruppo di uomini, dinanzi agli occhi della figlia Maria Adriana, per un posto auto. “La responsabilità non è solo di chi uccide - afferma la donna - ma è anche di chi fa finta di non vedere”, conclude ricordando la vicenda del marito. Sulla scia di questo intervento si è commemorata anche la giovane Annalisa Durante, una ragazza che a soli 14 anni venne presa a scudo da un camorrista per ripararsi da una sparatoria. “Mia figlia, oggi, vive nei sette ragazzi ai quali i suoi organi sono stati donati”, sottolinea Giannino Durante, padre della vittima. “Vive in mezzo a voi e io sono qui per continuare a ricordarla”, conclude emozionandosi. 


Il ricordo di queste vittime di quel gioco sporco portato avanti dalla Camorra, fornisce una testimonianza tangibile di quanto la vita sia, in realtà, data per scontato e di quanto con facilità si impugni una pistola per farsi giustizia da soli. È da tempo ormai che la Casa dei Salesiani si occupa di aiutare i ragazzi in difficoltà, a volte quegli stessi ragazzi che molto spesso impugnano le armi. “L’unico modo per contrastare questo fenomeno è la cultura”, afferma con vigore Don Francesco Redavid rettore della struttura salesiana. “La cultura  ci insegna a vivere, a stare al mondo”, ha concluso. Dopo questi interventi così toccanti e significativi, si sono alternate una serie di lettere che i ragazzi degli istituti presenti hanno letto al prefetto chiedendo maggiore sostegno e protezione.

All'insegna del rigore e della volontà di garantire un mondo più sicuro e dignitoso per le nuove generazioni, sono intervenuti nel dibattito anche il Sindaco di Torre Annunziata Corrado Cuccurullo, il quale ha tenuto sottolineare che Torre “non è solo camorra, come vogliono farci apparire, ma è anche fatta di azioni e interventi volti a estradare questo fenomeno”. La cerimonia si è conclusa con le parole del prefetto di Napoli, il quale ha affermato che “c’è bisogno di collaborazione reciproca, aiuto costante tra le persone e le istituzioni. Tutti dobbiamo fare la nostra parte per migliorare il mondo in cui viviamo”.

A cura di Giada Cuomo 

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