Si è svolta ieri sera la prima di cinque giornate di poesia che da qui ai prossimi mesi vedranno alternarsi nella città oplontina scrittori di fama internazionale. Ad aprire la serie di eventi Paul Polanski, poeta, attivista per i diritti umani, scrittore e fotografo statunitense, ora in Italia,ospite presso la Casa della Poesia di Salerno.

A fare gli onori di casa Alfonso Trisante, sostenitore dell’organizzazione con sede a Baronissi e diretta da Sergio Iagulli e Raffaella Marzano. Ha introdotto poi il poeta l’assessore Emanuela Cirillo che ha fortemente voluto questa kermesse per dare voce e spazio ad  un rinnovamento culturale della città di Torre Annunziata che l’Amministrazione comunale tutta, principalmente l’assessore Aldo Ruggiero e il dirigente alle Politiche Sociali Nicola Anaclerio, auspica e sostiene oggi più che mai.

“Intendiamo proporre eventi culturali che non siano solo da salotto -ha affermato l'assessore Cirillo- né tanto meno siamo qui a fare pubblicità a questo o a quello scrittore. Il nostro intento è quello di portare cultura a più persone possibili in più contesti possibili perchè siamo consci che un riscatto della città è possibile. In questa direzione deve essere visto anche aver ospitato la prima serata della  IV Edizione del “Gran Premio del Teatro Amatoriale” e tutti gli sforzi fatti per l’elezione della città  all’interno della Comunità Europea dello Sport 2020”.

“Esportiamo poesia in tutta Italia e anche all’estero -ha dichiarato Iagulli- ma lavorare nei propri territori ha un sapore in più. In questi contesti è quanto mai necessario proporre soprattutto ai giovani  nuovi modelli culturali di riferimento e far sentire dalla viva voce degli scrittori testimonianze e vissuti che non restino solo parole su di un libro, fa la differenza”. Del resto in sala c'erano anche molti giovani, alunni della professoressa Loredana Trisante della Pascoli e altri giovani di etnia rom dell’Associazione Ubuntu di Torre Annunziata.

Paul Polanski è scappato dagli Stati Uniti d’America nel ’63 per non combattere in Vietnam, approda a Madrid dove rimarrà per circa 30 anni. Vive sulla sua pelle la condizione di immigrato e i primi tempi vive tra i rifugiati, senzatetto e rom della città. Patisce la fame e il freddo. E l’indifferenza della gente. Negli anni ’90 si reca nella Repubblica Ceca alla ricerca delle origini del lato paterno della sua famiglia. In quegli anni, frugando tra gi archivi statali, viene a conoscenza dell’esistenza durante la Seconda Guerra Mondiale di un campo di sterminio per i rom di cui gli viene detto di non esserci sopravvissuti , ma dei quali invece ne riesce a trovare un centinaio e a trascrivere così le loro testimonianze. Da quel momento in poi la vita di Polanski si lega a quella della storia gitana, di cui lo scrittore raccoglie origini e tradizioni, senza dimenticare la parentesi  durante la quale i rom hanno subito persecuzioni e soprusi purtroppo anche recenti durante il conflitto in Kosovo.

“Il pozzo/Le regole del campo/Gli imbattuti/Il caldo ventre della violenza/L’uomo più duro che io abbia mai conosciuto/Disturbo della quiete/Mio padre mi ha detto/Un lavoro da bambini/L’uomo dei piccioni/Pietre tombali/Anguria, chicchi di caffè e fegato di maiale”. Queste alcune delle poesie interpretate da Polanski che hanno commosso il pubblico intervenuto, e che hanno come filo conduttore quello di essere una voce di denuncia e resistenza.

Saranno  queste  le tematiche che vedranno coinvolti gli altri scrittori nelle giornate che si stanno organizzando e sulle quali la Cirillo ha mantenuto riserbo: ”Abbiamo più di qualche nome per la testa” confida “Piqueras, Genny Lim,  Korum, Mestre, Pastakas, Hirschman, Gudzevic” .

“Signor Polanski -chiede una ragazzina durante i saluti finali- da dove dobbiamo prendere noi giovani la forza di provare ad essere imbattuti?”. La risposta è stata eloquente. “Dai vostri sogni. E lì che risiedono le speranze per un futuro migliore”.

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