“La vita di una figlia non ha prezzo, voglio i colpevoli a ogni costo”.

E’ lo sfogo di Antonietta, la giovane mamma di Torre Annunziata che nel marzo 2019 ha dovuto salutare per sempre la bambina che ha portato fino all’ultimo in grembo. Non si dà pace la donna, che da quasi due anni ha aspettato il momento di chiedere giustizia per la tragedia che ha vissuto.

Questa mattina al tribunale di Torre Annunziata c’è stata la prima udienza. Assente l’imputata principale, la dottoressa Emilia Alfano. La difesa ha presentato una richiesta di risarcimento e di patteggiamento, ma la vittima ha rifiutato tutto, non costituendosi parte civile nel processo: “Non intendo fermarmi – ha spiegato la donna – voglio avere giustizia per mia figlia”.

Il fatto è accaduto nel marzo del 2019. Il giorno prima della tragedia, Antonietta era corsa in ospedale con forti dolori addominali, ma dal tracciato e dagli esami clinici ai quali la donna si è sottoposta, non sono state riscontrate anomalie. La donna, difesa dall’avvocato Giovanni Tortora, dopo le dimissioni ha accusato un nuovo malore. La corsa in clinica per un cesareo d’urgenza non ha avuto esito positivo. Per la piccola, purtroppo, non c’è stato nulla da fare.

A marzo ora inizierà la fase dibattimentale, a sfilare dinanzi al giudice anche la ginecologa e i dirigenti della Cklinica Maria Rosaria di Pompei.

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