Non era completamente in sè quando uccise la badante che assisteva la sorella. Confessò di aver ucciso la badante della sorella, ma il suo stato mentale influì sul comportamento del prof di matematica. Una perizia medica, voluta dalla sua difesa, riconosce la seminfermità mentale e il nesso causale tra la patologia e l'omicidio. È fissata a fine gennaio l'udienza chiave del processo a Pellegrino Reibaldi, il professore di matematica in pensione di 81 anni, che risponde dell'omicidio volontario di Maria Baran, 67 anni.Era in cucina la badante ucraina dell'anziana sorella, quando fu raggiunta e uccisa con quattro colpi di pistola con un'arma regolarmente detenuta per uso sportivo.

L'omicidio avvenne giusto un anno fa, subito prima di Natale. Nel primo pomeriggio del 15 dicembre 2021, in un appartamento al decimo piano in via Gambardella a Torre Annunziata prima si sentirono delle urla e poi gli spari. Su richiesta dell'avvocato Renato D'Antuono che difende Reibaldi, la Corte d'Assise di Napoli aveva nominato il dottor Scarallo per una perizia psichiatrica, i cui risultati saranno confrontati alla prossima udienza con il perito di parte, lo psichiatra Pagano.

Dopo aver sparato, Reibaldi consegnò spontaneamente la pistola ai carabinieri e confessò il delitto alla pm Andreana Ambrosino, spiegando di aver fatto fuoco dopo l'ennesima discussione con la donna sulle cure prestate alla sorella.

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