Una tragedia che gettò nella disperazione una famiglia e una comunità intera. Dimessa dalla Clinica Maria Rosaria di Pompei con degli antidolorifici, ma di notte perse il bambino. Una tragedia che ha sconvolto la vita di Antonietta, una giovane donna di Torre Annunziata, e di suo marito Rosario.

Una tragedia consumatasi nel marzo del 2019 e che ora vede la sentenza di condanna a otto mesi (con pena sospesa e risarcimento danni in capo anche alla Clinica), emessa dal giudice Gabriella Ambrosino del tribunale di Torre Annunziata.

Quella sera Antonietta accusò i primi dolori, forse le prime contrazioni arrivate alla trentasettesima settimana di gestazione. La giovane donna si presentò al pronto soccorso della clinica di Pompei, dove fu sottoposta a tracciato. Nonostante gli accertamenti clinici dimostrassero la presenza di contrazioni, così come ribadito in aula nel corso del processo, la ginecologa non dispose il ricovero, ma la dimise prescrivendole degli antidolorifici. La dottoressa aveva seguito l'intera gravidanza di Antonietta che, fino a quella sera, non avrebbe mai mostrato problematiche di alcun genere.

La donna, fidandosi ciecamente della professionista, seguì alla lettera le prescrizioni mediche. Tornò a casa nonostante i forti dolori e prese i farmaci che le erano stati consigliati. Di notte, però, Antonietta ebbe un distacco della placenta con dei problemi all'utero e si verificò la conseguente morte del feto per ipossia.

Disperati per la perdita del loro bimbo, Antonietta e Rosario, hanno deciso di affidarsi alla giustizia. Dopo la denuncia, si sono costituiti parte civile al processo, che si è chiuso con l'emissione della sentenza di primo grado. Per il giudice, la ginecologa dovrà risarcire in solido insieme alla clinica pompeiana i due genitori, versando nel frattempo una provvisionale da 100mila euro ciascuno per i due giovani di Torre Annunziata.

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