Torre Annunziata, presentato il progetto ‘La casa del fiume’
È la riconversione dell’ex centrale idroelettrica a Sarno. Il presidente dell’Ente Parco, Mercede: “Valorizzare il corso d’acqua”
28-09-2016 | di Raffaele Perrotta
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“Il progetto nasce dalla volontà della valorizzazione del Parco fiume Sarno e poggia le basi su un protocollo di intesa con le città della comunità che ne fanno parte”. A presentare l’idea di riqualificazione dell’ex centrale idroelettrica di Rio Foce è stato lo stesso presidente del Parco, Massimiliano Mercede, insieme al sindaco di Torre Annunziata, Giosuè Starita, presidente della Comunità del parco.
La conferenza stampa agli uffici dell’Ente oplontino di via Schiti, proprietario dello stabile nonostante sia nel comune di Sarno. Il piano, denominato ‘La casa del fiume’, secondo le intenzioni delle diverse istituzioni, dovrà essere finanziato attraverso il ‘Fondo di rotazione per la progettazione degli Enti locali’. “Abbiamo pensato – ha continuato il numero uno del Parco fluviale – di concerto con le amministrazioni, di destinare lo stabile a diversi utilizzi, tra cui una sede di rappresentanza dell’Ente Parco e un piano dedicato al museo del fiume. Inoltre, sarà valorizzata tutta l’area esterna”. Il fine ultimo, secondo le intenzioni di Mercede, è “riuscire ad inserire la zona in un’idea di sviluppo turistico del territorio. Per questo – ha concluso – il progetto rappresenta una grande opportunità per il Parco”.
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Dello stesso avviso il primo cittadino torrese, Starita, che alcune settimane fa ha anticipato proprio a Lo Strillone le delibere oplontine con le quali si richiedono fondi per la struttura di Sarno, per la riqualificazione del quadrilatero Carceri con la creazione di nuove strade, per la copertura del trincerone ferroviario e per il capannone industriale in zona Rovigliano (qui l’intervista completa).
“La nostra azione muove su 3 direttrici: rigenerazione urbana, potenziamento degli attrattori turistici e miglioramento infrastrutturale”. Ha detto il sindaco che ha sottolineato come “occorre avere una visione su larga scala e rinsaldare le risorse naturali con quelle archeologiche. I territori – ha concluso – devono aumentare l’ospitalità e la capacità di attrazione”.
Immagine di repertorio
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