TORRE ANNUNZIATA. Ripartirà martedì prossimo in Appello per 25 tra boss e colonnelli del clan Gionta il maxi-processo “Alta Marea” alla camorra di Torre Annunziata: 105 gli affiliati finiti alla sbarra in 5 anni con le accuse a vario titolo di associazione a delinquere, droga, armi, tentato omicidio ed estorsioni. In 77 giunsero il 6 marzo scorso in Cassazione. I giudici confermarono quasi per intero gli 800 anni di carcere totali inflitti nel 2013 dalla VI sezione della Corte d’Appello di Napoli.

IL BLITZ-LE PENE. Tra i condannati in via definitiva anche Don Valentino Gionta, il fondatore della cosca di via Bertone, e suo figlio Aldo, il “ras poeta”: entrambi a 14 anni. E poi 9 anni e 4 mesi per Aldo Agretti, tuttora irreperibile. Stangati anche esponenti di spicco di altri clan della città, dai “Fransuà” ai “Quaglia-Quaglia”. Tutti arrestati nel blitz del 4 novembre 2008, quando 80 persone finirono in cella.

Ma erano soprattutto le donne e gli uomini del clan Gionta a parlare liberamente al cellulare di traffico di droga - con ricavi di oltre 170mila euro al giorno - rapporti di alleanze e guerra con altri sodalizi. La retata “Alta Marea” portò pure al sequestro da 80 milioni di euro di 63 appartamenti, 8 terreni, 65 auto, 68 moto, 6 autocarri ed 11 società operanti nel settore delle costruzioni, dell'autotrasporto internazionale, dell'abbigliamento sportivo e del commercio all'ingrosso di prodotti ittici. 

PROCESSO BIS. Processo bis invece il prossimo 12 gennaio a Napoli (dinanzi ad altra sezione della Corte d’Appello, stavolta la V) per Pasquale e Teresa Gionta: figli rispettivamente di Aldo e Don Valentino ed entrambi già in carcere a Spoleto e a Rebibbia. In Cassazione infatti gli avvocati Roberto Cuomo, Nicolas Balzano e Massimiliano Lafranco, ottennero il 6 marzo l’annullamento con rinvio delle precedenti condanne a 20 anni e 6 mesi e 10 anni.

Anche Donna Gemma Donnarumma (condannata in secondo grado a 12 anni e ora detenuta a Vigevano), la moglie del super-boss che per l’Antimafia ebbe un ruolo chiave nella gestione degli affari illeciti del clan, comparirà in Tribunale il 12 gennaio. Donna Gemma proverà a ottenere lo “sconto” solo per la parte di pena relativa all’occultamento in casa propria, al “Quadrilatero Carceri”, di oltre 62 chili di hashish.

Alla sbarra di nuovo martedì prossimo anche il super-pentito dei Gionta Michele Palumbo “monnezza” (solo per la condanna relativa a un trasporto di stupefacenti) e Salvatore Ferraro (cl. '64), alias “o' capitano”, difeso dagli avvocati Elio D'Aquino e Maria Macera, che in appello venne condannato a 11 anni e 2 mesi di reclusione: pure “o’ capitano”, infatti, ha ottenuto in Cassazione l'annullamento con rinvio per carenza di motivazione. Così come Francesco e Michele De Simone, assistiti dai legali Ciro Ottobre e Salvatore Irlando. Entrambi in secondo grado beccarono invece 9 anni e 4 mesi.

In foto Pasquale Gionta (39 anni), arrestato dalla Polizia nel 2008

 

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