Torre Annunziata, prof trans in un istituto tecnico Simona Aiello: 'I miei studenti mi hanno sostenuto'
La storia dell'insegnante di italiano del Marconi in un libro
14-02-2023 | di Redazione
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"I miei studenti mi hanno sostenuto". La sua storia ora è in un libro che sarà presentato a Napoli sabato. Prima professore poi professoressa in un istituto scolastico di Torre Annunziata. Si chiama Simona Fatima Cira Aiello, a 48 anni ha deciso di compiere e completare il percorso di transizione sessuale. Un'evoluzione avvenuta tre anni fa e che ha raccontato oggi in un’intervista al Corriere del Mezzogiorno, spiegando di essere stata incoraggiata dagli alunni a cui insegna italiano e storia. "Sono passata da professore a professoressa, ed è stato del tutto naturale, anche per i miei alunni". Ora è in congedo temporaneo, per assistere il padre malato e non sta insegnando nell'istituto tecnico “Marconi Galilei” di Torre Annunziata, dove tutti conoscono la sua storia e hanno appoggiato la sua scelta.
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Adesso Simona ha 51 anni. Prima il suo nome sulla carta d'identità era "Salvatore", ma ha scoperto a 12 anni quale fosse la sua vera natura. L'insegnante era l’unico maschio in famiglia (ha due sorelle maggiori). Sabato 18 febbraio (alle 19) al teatro Bellini di Napoli racconterà la sua storia nel corso del Lili Elbe Show liberamente ispirato al libro The Danish Girl , come attivista dell’associazione I ken.
Ha preso consapevolezza del suo essere donna a 12 anni, in un periodo storico difficile in cui era impensabile poter essere trans senza i pregiudizi della società. La sua scelta non era stata accettata dai suoi genitori: “Purtroppo però erano gli anni ‘80, non era concepibile nemmeno un figlio gay, figuriamoci transessuale. Mio padre mi costrinse persino ad andare all’istituto tecnico mentre io volevo fare il magistrale“.
Poi nella società sono cambiate tante cose e Simona non ha rinunciato al suo progetto, che considera: “Un atto di responsabilità verso se stessi. Ci sono arrivata tardi, a 48 anni, e non è stata una scelta, ma soltanto un riadeguamento del mio corpo a ciò che conteneva l’anima”.
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