TORRE ANNUNZIATA. Tentò di uccidere il consuocero nella sua macelleria di via De Simone, al quartiere pescatori dell’Annunziata, lanciandogli contro un coltello di 30 centimetri afferrato dal bancone. Il tutto dopo una furiosa lite scoppiata all’interno del negozio per banali motivi familiari. E’ stato condannato a 3 anni e mezzo di carcere in abbreviato Giovanni Pagano, il 43enne macellaio residente a Boscotrecase, che proprio non digeriva la relazione tra sua figlia e il figlio della vittima, Agostino Telli. Il pm della Procura della Repubblica di Torre Annunziata, Emilio Prisco, aveva chiesto al gup Elena Conte la condanna a 5 anni di reclusione.

I FATTI. La lite – secondo la ricostruzione del pm – scoppiò dopo una telefonata fatta dal macellaio al consuocero il 17 dicembre 2014: forse, l’ennesimo tentativo per mostrargli il proprio disappunto su quella “love-story”. Toni troppo alti, animi esasperati, fu un attimo: Telli buttò giù e corse in macelleria da Pagano. La vittima non digerì l’insulto. “Gettò a terra i prodotti trovati sul bancone” – ha dichiarato ancora il pm in udienza - . La risposta del macellaio arrivò immediata e forte. In pratica, per l’accusa “non fu legittima difesa”. Giovanni Pagano afferrò la lama di 30 centimetri che teneva a tiro: la scagliò contro il consuocero, sfiorandogli gli organi vitali da distanza ravvicinata, “a non più di un metro”, secondo l’inchiesta e la perizia del medico legale.

Poteva finire in tragedia, si concluse con una prognosi di 25 giorni per Telli, medicato all’Ospedale di Boscotrecase per una «ferita da taglio emitorace sinistro, regione pettorale, enfisema sottocutaneo». Anche il macellaio, poi finito in carcere a Poggioreale, corse quel giorno all’Ospedale. La vittima (difesa a processo dall’avvocato Giuseppe De Luca), prima di uscire dal negozio estrasse infatti il coltello dal torace, lanciandolo contro Pagano.


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