Torre Annunziata. Non potrà più avvicinarsi alla mamma e alla sorella. Ma è tornato in libertà dopo l’arresto Luigi Guarro, il 26enne pregiudicato figlio di Michele “batti le manine”, tra gli estorsori del clan Gionta finito invece in manette lo scorso 14 luglio assieme – tra gli altri – a Valentino junior, Felice e Pasquale Savino.

L’ARRESTO. Luigi Guarro era stato ammanettato ieri dai militari dell’aliquota radiomobile di Torre Annunziata. Il giovane, residente a Trecase, aveva prima tentato di estorcere 200 euro in contanti all’anziana madre di 72 anni. Poi, al rifiuto della donna, le aveva in pratica distrutto alcuni mobili di casa.

Alla vista dei carabinieri, il figlio di “batti le manine” aveva inoltre tentato la fuga. Guarro era stato quindi bloccato all’altezza di via De Simone 26, solo dopo una breve ma violenta colluttazione con le forze dell’ordine. Per questo il giovane era finito in manette anche per lesioni e resistenza.

IL PROCESSO. Oggi in tribunale la convalida dell’arresto. Il pm della Procura oplontina, Rosa Annunziata, per Luigi Guarro aveva chiesto il carcere. Ma il giudice ha concesso al 26enne – difeso dagli avvocati Giovanni Tortora e Gaetano Rapacciuolo – la più mite misura del “divieto di avvicinamento” alla persona offesa.  

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