Torre Annunziata. “Quando la storia prende vita”, un successo a Palazzo Criscuolo
Con i tableaux vivants riportate in vita civiltà scomparse. Conclusa la stagione primaverile dell’Archeclub
26-05-2019 | di Redazione

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Si chiude con un successo la stagione degli incontri primavera 2019 dell’Archeoclub di Torre Annunziata “Mario Prosperi” presso il Museo dell’Identità di Palazzo Criscuolo.
Mirella Azzurro, presidente dell’Archeoclub, ha accolto la direttrice del gruppo archeologico Terramare 3000 di Poggiomarino Linda Solino ad esporre le sue attività di ricerca e di rievocazione storica dal titolo “Quando la storia prende vita: dai tableaux vivants dell’antichità alle danze storiche”.
“Tableaux vivants un'espressione francese che significa ‘quadro vivente’ - spiega la prof.ssa Solino – descrive con uno o più attori opportunamente mascherati a rappresentare, riprodurre, curare e riferire di una civiltà che non è più”.
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Un ricco programma che affascinerà grandi e piccini
Circa 30 ragazzi per far rivivere la guerra, la morte e i momenti di convivialità dagli Egizi ai Greci, dagli Etruschi ai Sarrastri, dai Sanniti ai Romani. Emblematica in tutta la sua bellezza la riproduzione della Regina/Sacerdotessa dei Sarrastri della Valle del Sarno, effige ritrovata nella tomba n. 818 a San Valentino Torio del periodo fine VIII e inizi VII sec. a. C., con 200 oggetti di corredo, una lunghissima collana in ambra, armille in bronzo, spille a quattro spirali e ceramiche d’impasto. Ammirare e studiare l’abbigliamento significa non solo esaminare un capo che riveste un corpo, ma indagare sulla storia, i valori, i costumi e le tecniche delle civiltà.
Ad animare il percorso storico della prof.ssa Linda Solino, una esplorazione della danza nella storia, per poter ammirare la storia prendere vita sotto i nostri occhi, dalla Danza Stravatros messa a confronto con la Danza Funebre delle donne di Rivo, alla Gagliarda del rinascimento, dai Ballet Comique de la Reine del ‘500 alla Country Dance del 17° secolo di origini contadine, dalla danza del ‘700/800 in cui ha la massima espressione sul palcoscenico teatrale concludendo con Valzer e Charleston.
A cura di Maria Polimeno
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