Oggi ricorrono quattro anni dall’omicidio di Maurizio Cerrato, ex custode degli scavi di Pompei, ucciso brutalmente per un gesto d’amore e di coraggio: difendere sua figlia da un’aggressione per un banalissimo posto auto. Era il 19 aprile 2021 quando Maurizio, disarmato, venne accoltellato a Torre Annunziata da un branco di violenti, colpevoli di aver trasformato un diverbio in una tragedia irreparabile.

In questi quattro anni, la famiglia Cerrato ha affrontato un lungo e doloroso percorso giudiziario, culminato con la sentenza della Corte di Cassazione che ha condannato i quattro aggressori a 23 anni di carcere. Ma la vicenda, purtroppo, non si è ancora conclusa del tutto. Come sottolinea Tania Sorrentino, vedova di Maurizio, in un post pubblicato oggi sui social, il senso di giustizia appare ancora lontano dall’essere pienamente compiuto.

 “Dopo quattro anni e tre gradi di giudizio – scrive Tania – una delle quattro bestie dorme ancora nel suo letto”. Il riferimento è a Francesco Cirillo, uno dei condannati, che si trova tuttora agli arresti domiciliari, in attesa dell’ordine di carcerazione. Una situazione che fa male, che grida vendetta e che alimenta il risentimento di chi, come Tania e le sue figlie Adriana e Andrea, hanno visto la propria vita devastata da una violenza cieca, e oggi si trova a fare i conti con tempi e ritardi che sembrano aggiungere ingiustizia all’ingiustizia. “Ho aspettato a lungo e con pazienza, ma ora sono stanca”, ha spiegato Tania Sorrentino.

Maurizio Cerrato è diventato, suo malgrado, un simbolo. Un uomo semplice, un padre amorevole, che ha perso la vita per un gesto che a molti sembrerebbe scontato, ma che è costato tutto. Ancora oggi lo ricordano in tanti: amici, colleghi, cittadini comuni che da anni si stringono intorno alla famiglia per non far cadere il silenzio su questa tragedia.

Cerrato è stato ricordato stamattina anche dal sindaco di Torre Annunziata Corrado Cuccurullo che ha parlato di Maurizio come “marito, papà, amico e uomo perbene, ucciso quattro anni fa per aver difeso sua figlia. Vittima innocente, simbolo di coraggio e amore, Torre Annunziata non dimentica il suo sacrificio. La sua memoria vive nei cuori di chi crede nella giustizia e rifiuta la violenza”.

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