“Siamo di fronte ad un sindaco che con disinvoltura e spregiudicatezza, premia o punisce, esalta o mortifica, solo per rimanere in sella e continuare a tutti i costi il mandato”. Ritorna in primo piano la questione della giunta comunale di Torre Annunziata, le cui deleghe sono state avocate dallo stesso primo cittadino nei giorni scorsi che ha incassato le dimissioni richieste agli ormai ex assessori.

A lanciare l’invettiva a Giosuè Starita, che da lunedì 15 febbraio governa nuovamente da solo, sono gli ‘Amici di Beppe Grillo’, con una serie di domande dal tono accusatorio. “Davvero amministrare una città dai problemi irrisolti da sempre e incancreniti come una malattia endemica è solo questo?” Si chiedono i grillini oplontini che continuano: “Si tratta dunque di un mero gioco di potere e di poltrone? Una miopia che impedisce di alzare lo sguardo e programmare, guardare oltre la linea del semplice quotidiano da affrontare e spesso non risolvere?” O ancora: “E se amministrare è solo ridotto a questo, è possibile rassegnarsi a tanta povertà di intenti, mortificati dai propri interessi di bottega?”

La risposta si deve ricercare nel significato profondo di ‘politica’ che, secondo i pentastellati è “l’arte del possibile, piegata solo ad amministrare tenendo presente principi di solidarietà e di servizio agli altri”.

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Il quarto governo

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