Dure le condanne chieste per la banda di pescatori di frodo specializzata nella raccolta e commercializzazione dei datteri di mare, una specie protetta il cui prelievo è divenuto proibito dalla legge. Questi molluschi, infatti, non possono essere catturati senza rompere lo scoglio nel quale si insediano e, per questo motivo, il loro prelievo è stato dichiarato illegale già da molto tempo.

Il Gip Fernanda Iannone del Tribunale di Torre Annunziata ha disposto i domiciliari per Ciro Amodio, 49 anni, il “datteraio” sotto processo insieme con altri pescatori con l'accusa di aver provocato “alterazioni irreversibili dell'ecosistema marino e del sistema costiero, danni permanenti dovuti alle escavazioni, all'asportazione di interi pezzi di roccia frammentata, morte di milioni di organismi, microrganismi”.

La condanna più dura chiesta dal sostituto procuratore Antonio Barba e dal procuratore aggiunto Pierpaolo Filippelli riguarda proprio Amodio, 12 anni. Dieci anni sono stati chiesti per Luigi Auletta, Salvatore libero, Francesco Mosca, Antonio Del Gaudio e Vincenzo Viola di Torre Annunziata. Per Raffaele Auletta di Sant'Antonio Abate chiesti 8 anni, come per Catello Massa di Castellammare di Stabia; sei anni e sei mesi per Luca Visco di Castellammare, sei anni per Diego visone, 5 anni e quattro mesi per Carolina Barzano di Boscoreale, quattro anni per Mario Acquaviva.

La sentenza del processo, che si sta celebrando con il rito abbreviato, è prevista per ottobre.

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