“Potremo parlare di vittoria solo quando ci saranno dei condannati. I colpevoli erano minorenni criminali figli di criminali”. Il consigliere regionale della Campania Francesco Emilio Borrelli ha commentato così la riapertura delle indagini sull’omicidio di Giuseppe Veropalumbo, il carrozziere ucciso la notte del 31 dicembre 2007 a Torre Annunziata.

La procura del Tribunale dei Minori di Napoli ha altri sei mesi di tempo per trovare il colpevole tra intercettazioni, colloqui carcerari, atti processuali. Sono tre i presunti responsabili dell’omicidio. Si tratta di Valentino Gionta Jr, Salvatore Paduano e Gaetano Amoruso. Sarebbe stato proprio quest’ultimo, all’epoca 15enne e figlio di Francesco “a vicchiarell”, killer di fiducia della cosca dei Valentini, a premere il grilletto ferendo mortalmente Giuseppe Veropalumbo.

Non fu un proiettile vagante, esploso per festeggiare il Capodanno, ma un’azione premeditata. “Si tratta di un passo avanti – ha dichiarato Borrelli – ma non sufficiente, almeno fino a quando si conosceranno i motivi per cui Giuseppe è morto. Questo caso rappresenta un quadro completo, e triste, della situazione delle famiglie criminali dove i minori non possono fare altro che seguire le orme dei loro genitori camorristi. Quindi, togliamo i figli ai camorristi, non hanno diritto alla patria potestà”.

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i dettagli delle indagini

la reazione di Carmela Sermino

il colpo di scena

il rinvio