Giosuè Starita, sindaco di Torre Annunziata, prende la parola nel bel mezzo del corteo di scolaretti, giornalisti e forze dell’ordine, che oggi sfila per le strade della sua città in memoria di Giancarlo Siani, il cronista de “Il Mattino” ucciso dalla camorra il 23 settembre 1985 con una sola “colpa”: la passione, autentica, per la verità ed il suo mestiere.

Simbolica la scelta del luogo in cui il sindaco prende il microfono, appropriandosi per un attimo della scena e rivolgendosi alla folla. E’ in piazza Giovanni XXIII, sulle scale che portano alla Basilica, a soli due passi da “Fortapasc” e da quel Palazzo Fienga, covo storico del clan Gionta, oggi finalmente “ripulito”.

“Anche trent’anni fa, quando Siani venne ucciso – esordisce Starita – Torre Annunziata lo ricordò con una manifestazione. In piazza c’erano pochissime persone. Oggi vedo tanta gente e una città diversa, che accompagna le istituzioni e le forze dell’ordine. A gennaio – conclude il sindaco - con uno storico blitz abbiamo sgomberato Palazzo Fienga, dove per anni si è discusso di omicidi e di morte. Anche oggi è un giorno importante: un giorno di memoria attraverso la festa”.

Accanto al sindaco di Torre Annunziata c’è Carmela Sermino, la vedova di Giuseppe Veropalumbo, altra vittima innocente della sua terra, morta per mano di un proiettile vagante entratogli in casa, la sera del 31 dicembre 2007. Giuseppe festeggiava in famiglia il Capodanno.

“Spero che questo corteo non diventi l’ennesima parata – commenta la Sermino con tristezza e rabbia - . E’ il giorno di Siani, certo, ma è anche quello degli altri morti innocenti di Torre Annunziata. Dopo il clamore mediatico, le Istituzioni mi hanno lasciato sola. Ma io busso sempre alla loro porta. Ricordandogli com’è morto mio marito Giuseppe”.

Prima del corteo degli studenti per le strade, dietro la “Mehari” verde di Siani, al convegno organizzato al Liceo “Pitagora-Croce” di via Tagliamonte è la volta dell’assessore regionale all’Istruzione Lucia Fortini: “Oggi vedo molti ragazzi entusiasti, che in questo Liceo fanno pure tanto sport. Il futuro è nelle loro mani anche attraverso questa prerogativa: è lo sport, in fondo, che insegna i veri valori e lo spirito di sacrificio”.

Valori, come la verità e la giustizia, costati il sacrificio di un ragazzo. Un giornalista con la “colpa” di amare il suo mestiere. Giancarlo Siani, oggi di nuovo a bordo ed alla guida, idealmente, della sua “Mehari” verde.

 

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3000 ragazzi dietro la Mehari verde

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