Torre Annunziata riparte dalla cultura: il Premio Poppea Sabina può segnare la svolta
Il presidente della Pro Loco Oplonti, Luigi Scognamiglio: “Nostro futuro è turismo, arte e scrittura"
05-06-2025 | di Redazione

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“Torre Annunziata è in un momento di grande potenzialità. Sia l’attività della nuova amministrazione, che – soprattutto – gli spunti di rinascita culturale della nostra città, ci fanno ben sperare in una svolta importante. È il momento di investire ogni risorsa, concreta ed intellettuale, per dare impulso a ogni iniziativa che possa ridare spazio e impulso alla crescita in ogni campo della cultura e dell’arte”.
Così Luigi Scognamiglio, presidente della Pro Loco Oplonti, all’indomani della conclusione della prima edizione del premio letterario “Poppea Sabina”.
“Nel futuro di Torre, ormai è chiaro, non avremo certo sviluppo industriale. Siamo sulla strada della riconversione verso l’offerta turistica e ricettiva. E, anche in questo senso, poter affiancare a tutto questo un panorama denso di eventi legati ad arte e cultura, sarebbe importantissimo. – prosegue Scognamiglio – Per questo ci stiamo impegnando e ci impegneremo, con ogni nostra forza, a mettere in capo sempre nuove iniziative in questo senso. È un momento estremamente propizio. E l’attuale panorama oplontino delle personalità e delle realtà culturali ci fa molto ben sperare.
Basti pensare agli eventi legati alla letteratura organizzati da associazioni ed enti, a tutto il movimento associazionistico che sta facendo rivivere il Corso, alla presenza di tanto fermento in campo teatrale, con tante compagnie in perenne attività (una per tutte, ad esempio, gli Artisti scalzi di Francalisa Malacario), al sorgere di nuove figure nel campo della scrittura, come il poeta-avvocato Marziano Vicedomini, o il giornalista scrittore Giovanni Taranto (e mi perdonino tutti i numerosi altri che non cito solo per motivi di spazio). Abbiamo bisogno di persone che sappiano valorizzare e raccontare le realtà del nostro territorio ribaltando decenni di stereotipi solo negativi che la cronaca, purtroppo, ci ha cucito addosso”.
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“Ma è difficilissimo raccontare una terra e trasmettere l’anima vera di un luogo, la storia delle persone che l’hanno vissuta. E lo è ancora di più quando si parla di un territorio come il nostro, tra il Vesuvio e il mare, pieno di contraddizioni, ma anche di bellezza e umanità.
Chi ci è riuscito davvero sono scrittori come i nostri Michele Prisco e Maria Orsini Natale. Hanno saputo raccontare questa terra con uno stile unico, scavando nell’animo delle persone, nella società, nei rapporti familiari.
Basti pensare a Francesca e Nunziata, dove la Orsini Natale ha dato voce a una storia di donne e di pastai ambientata proprio qui da noi. O ai libri di Prisco, che ci ha restituito un’immagine autentica – e spesso spietata – della borghesia meridionale.
Ecco – prosegue il presidente Scognamiglio - oggi c’è qualcuno che ha ereditato il ruolo dei suoi predecessori e sta continuando questo percorso, con una voce nuova ma con lo stesso amore per la verità: Giovanni Taranto. Anche lui torrese, anche lui profondamente legato a questa terra. Prima giornalista, ora scrittore, Taranto ha saputo fondere cronaca e narrativa in un modo originale. I suoi libri, che usano il giallo come punto di partenza, raccontano molto più di un’indagine: parlano dei problemi sociali, delle ingiustizie, ma anche delle speranze, del nostro modo di essere e delle bellezze che ci circondano.
Per questo abbiamo scelto lui come presidente della giuria del Premio Poppea Sabina. Non solo per la sua esperienza e sensibilità, ma perché rappresenta perfettamente lo spirito che vogliamo dare a questo premio: una scrittura che non finge, che non abbellisce, ma che racconta la verità, sempre con rispetto e passione.
Taranto riesce a farci vedere i nostri luoghi per quello che sono davvero, ci aiuta a riflettere senza mai imporci un giudizio. Come lui stesso dice: “Io dico alla gente dove guardare, non cosa vedere”. E questo è anche il compito della buona scrittura: non dare risposte preconfezionate, ma farci fare domande.
Con queste premesse il Premio Poppea Sabina è stato e sarà qualcosa di più di un semplice concorso ma un modo per valorizzare le voci nuove, per continuare a raccontare questa terra meravigliosa e difficile, e per restare fedeli a quello che siamo.
Per questo fin da ora siamo al lavoro per la seconda edizione dell’iniziativa, e per questo metteremo in campo anche altro, plaudendo, fin da ora, a quanti, per la nostra terra, si accingono a fare altrettanto.
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