E’ ancora lì dopo due giorni, transennato e ormai ridotto a uno scheletro devastato dalle fiamme, il camion furgonato che domenica scorsa intorno alle 21 ha preso fuoco in Largo Ferriera Vecchia, nel centro storico di Torre Annunziata, provocando attimi di paura tra i residenti di piazzetta pescatori. Sulla natura del rogo continuano le indagini del locale commissariato di Polizia, agli ordini del primo dirigente Vincenzo Gioia, alla ricerca di prove e indizi che chiariscano il ‘giallo’.

I primi rilievi della scientifica hanno escluso tracce di benzina sul luogo dell’incendio. Possibile, però, che la benzina sia stata immessa da ignoti direttamente all’interno dell’abitacolo. Un sospetto che solo la visione delle immagini delle telecamere a circuito chiuso presenti in zona (dov’è anche la sede provvisoria di uno degli archivi del tribunale) potrà forse chiarire a breve.

LA PRECISAZIONE. A parziale rettifica dell’articolo pubblicato ieri dal nostro sito, dal titolo “Torre Annunziata, camion dei “Suricilli” in fiamme. La Procura chiede verifiche”, nel quale si scriveva che il camion distrutto risulta appartenere a una  “famiglia finita nel mirino della Procura della Repubblica di Torre Annunziata nel 2011, nell’inchiesta sul presunto business legato alla vendita di frutti di mare coltivati in acque inquinate”, si precisa invece che “il camion è riconducibile alla ditta ‘Pesca Azzurra’ di Gaetano Guarro, imprenditore onesto, mai attinto da nessuna notizia di reato e mai coinvolto in alcuna inchiesta coordinata dai pm oplontini”.

L’indagine cui alludeva l’articolo in questione riguardava infatti anche alcuni parenti dell’imprenditore Gaetano Guarro (la cui attività economica è del tutto sganciata e autonoma), oggi vittima, come precisa il legale rappresentante della famiglia, “solo di un ingente danno economico”. La redazione de “LoStrillone.tv”, preso atto della precisazione, si scusa per il disagio eventualmente arrecato, in modo del tutto involontario, ai protagonisti dell’intera vicenda. 


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