TORRE ANNUNZIATA. "Armati" di martello, scalpello e pazienza quasi certosina, decisero di combattere la crisi rubando 15 tombini in ghisa a copertura dei pozzetti elettrici e delle fogne cittadine. Quattro anni dopo l'arresto per furto aggravato, sono due i ladri condannati. Si tratta del recidivo Aniello Amoruso, 40enne del rione "Carminiello", e di Silvio Fioraniello, 30enne residente a Scafati. Entrambi sono stati condannati alla pena (sospesa) di un anno e cinque mesi di reclusione, più una multa da 500 euro ciascuno. Ad emettere la sentenza, il giudice del tribunale di Torre Annunziata Procolo Ascolese.

I FATTI. E' il 26 giugno 2012. Durante un servizio di controllo per le strade del centro di Torre Annunziata, i poliziotti scoprono la "strana" coppia con i tombini quasi in spalla. Aniello Amoruso e Silvio Fioriniello sono bloccati in via Tagliamonte, proprio mentre asportano diversi tombini dalla sede stradale. I ladri, per riuscire nell'intento, davvero "originale", usano classici arnesi del "mestiere": due martelli ed uno scalpellino. La coppia inoltre, per trasportare la refurtiva, utilizza una Fiat Punto. L' autovettura risulta di proprietà della moglie di Fioraniello, del tutto estranea alla vicenda.

Accortisi dell'arrivo della polizia, i ladri tentano la fuga a bordo della Fiat, ma entrambi vengono raggiunti dalle forze dell'ordine dopo pochi chilometri. Amoruso e Fioraniello finiscono così in manette. I poliziotti, al termine dell'inseguimento, accerteranno che la coppia ha già rubato 15 tombini. In pratica, le vie del centro di Torre Annunziata sono piene di "buche". I tombini, a fine giornata, sono riconsegnati ad un tecnico del Comune. Secondo la ricostruzione degli agenti, l'obiettivo finale dei ladri era quello di "provare a fare soldi", rivendendo i tombini un "tot" al chilo a commercianti di ferro della zona.  


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