Torre Annunziata. "Ci hanno sgomberato con la forza, dopo trent'anni, gettandoci nel cortile di una scuola abbandonata. Siamo stati dimenticati dal sindaco, trattati come cani randagi. Venite a vedere: viviamo tra la spazzatura, in mezzo ai topi.

Abbiamo trovato pure tre serpenti. Erano lunghi, neri. Li abbiamo uccisi con le pale. Uno lo abbiamo appeso a testa in giù. Un altro serpente lo abbiamo arrotolato in una bottiglia". Safed e Angela, marito e moglie di 50 e di 42 anni, entrambi di etnia rom, origini croate, censiti al Comune e residenti dal 2008 con 4 figli piccoli a Torre Annunziata, guidano la protesta degli "ultimi".

Quella di 6 famiglie nomadi, venti persone, tra loro molti bambini, che dopo lo sgombero coatto, ultimato lo scorso 6 gennaio dal Comune, per realizzare la bretella porto-autostrada, hanno perso tutto: il loro ex campo in Largo Macello, storico, abusivo, ma almeno "umano". Forse, anche la loro dignità.

Ora, infatti, aperta la bretella ostacolata dal vecchio accampamento, e trasferiti gli "ultimi" rom a poche centinaia di metri di distanza, da Largo Macello in via Molini a Vapore, all'interno dell'ex scuola Morrone, Safed e Angela, con i loro bimbi, vivono in condizioni igienico-sanitarie drammatiche.

A farne le spese, probabilmente, anche il capo, il "vecchio" del villaggio rom di Torre Annunziata. Il suo nome era Lazo Petrovic, asmatico, di 75 anni, la vera guida. Il "vecchio" tirava avanti grazie a una bombola d'ossigeno. "Poi, dopo lo sgombero - racconta Angela, sua figlia - papà è peggiorato. Prima stava meglio e, forse, non ha retto allo stress. Il suo funerale lo abbiamo celebrato in mezzo a topi e rifiuti".

Ad affiancare i rom, oggi, soltanto una Onlus. E' la associazione Ubuntu, costituitasi in città a difesa degli immigrati. La presidentessa di Ubuntu, Olimpia Barba, a nome dell'associazione, ha più volte denunciato al sindaco Giosuè Starita "la grave violazione dei diritti umani, verificatasi con lo sgombero del campo di Largo Macello. Ora - così l'ultimo affondo - chiediamo che i cumuli di spazzatura, preesistenti all'insediamento rom nell'ex scuola, siano classificati dall'Ufficio tecnico e rimossi. Salviamo almeno tutti i bambini". 

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