Torre Annunziata, SOS dell’Antimafia: “La ‘ndrangheta arriva anche lì”
Smantellato il clan Ferrazzo. L’allarme della Procura: “Diverse le ramificazioni in Campania”
03-09-2016 | di Salvatore Piro
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Torre Annunziata. La ‘longa manus’ della ‘ndrangheta si estende e arriva anche a Torre Annunziata. E’ quanto emerso dall’inchiesta “Isola Felice”, ultimo colpo inferto dall’Antimafia alla criminalità organizzata calabrese. Al centro delle indagini, elementi di spicco del clan Ferazzo di Mesoraca, in provincia di Crotone. Venticinque le ordinanze di custodia cautelare (14 in carcere) emesse dal gip del Tribunale di L’Aquila a carico di altrettante persone, accusate di associazione di tipo mafioso, traffico di stupefacenti, traffico di armi, estorsione e riciclaggio.
IL COMMENTO DI ROBERTI. “Oggi abbiamo colpito la cosca dei Ferrazzo in modo definitivo. Questa ‘ndrina, che operava a livello transnazionale impiantandosi tra l’Abruzzo e il Molise (da qui il nome del blitz che ha visto impegnati circa 200 carabinieri, ndr) è stata sradicata”, ha affermato in conferenza stampa il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo Franco Roberti (nella foto). In manette anche l’esponente di vertice Felice Ferrazzo, arrestato a San Giovanni degli Schiavoni (Campobasso).
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“Parliamo di un gruppo malavitoso che trafficava sia con la droga che con le armi” ha continuato il procuratore Roberti. A vario titolo risultano indagate 149 persone. Sequestrati beni immobili ed attività commerciali in Abruzzo, Molise, Calabria, Sicilia, Lazio e Marche.
RAMIFICAZIONI ANCHE A TORRE. Ulteriori ramificazioni sono state individuate in Campania, proprio a Torre Annunziata, in Lombardia (a Varese e in altri centri della stessa provincia) ed in Piemonte, nel basso alessandrino. Nuovi sviluppi sono attesi a stretto giro. Sequestrate, all’esito della complessa azione investigativa, numerose armi da guerra, tra cui kalashnikov, fucili a pompa e pistole.
“Il Gip – ha spiegato invece il sostituto procuratore Antonietta Picardi – ha condiviso l’impostazione della Procura e pertanto, sia pur in attesa dei successivi vagli processuali, si ritiene sussistano consistenti elementi per affermare l’esistenza di un’associazione criminale di natura ‘ndranghetista, con base tra San Salvo, Campomarino e Termoli, operante sotto l’egida della famiglia Ferrazzo e con diverse ramificazioni in ulteriori zone d’Italia”.
Nel corso delle indagini è stata documentata l’affiliazione tramite emblematiche cerimonie, che prevedono giuramenti davanti a ‘santini’ ed altre immagini sacre insieme a rituali di chiara matrice pagana.
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