Spacciavano soprattutto marijuana nel cuore del rione “Provolera” a Torre Annunziata Francesco Marciano (27 anni), figlio del neomelodico Ciro (in arte “Tony”, in foto in uno dei suoi video, già condannato in appello per lo stesso reato a 5 anni e quattro mesi, ndr), e il nipote del cantante Luigi Ercolano (26).

Il papà di Luigi, Antonio (63), indagato nello stesso procedimento che a gennaio scorso portò la DDA di Napoli ad eseguire un’ordinanza di custodia in carcere a carico di 14 persone, accusate a vario titolo di associazione finalizzata al traffico illecito di stupefacenti con le aggravanti della modalità transnazionale e delle finalità mafiose, è invece un vigile urbano ancora oggi in servizio al Comune oplontino.

Per il Gup Roberto D’Auria del Tribunale di Napoli i due ragazzi della “Marciano family” non appartenevano però al clan Gionta, e in abbreviato il figlio di Tony becca ‘solo’ 2 anni e nove mesi di galera. Va peggio a suo cugino, Luigi Ercolano, condannato invece per più episodi di spaccio a 3 anni e cinque mesi.

Per entrambi, difesi dall’avvocato Luciano Bonzani, il pm dell’Antimafia Pierpaolo Filippelli aveva chiesto pene esemplari: 14 anni complessivi di carcere. A spiegare il ‘mite’ verdetto, proprio il mancato riconoscimento dell’appartenenza dei due al clan.

Aggravante di recente esclusa anche per “Tony” Marciano, che invece per la DDA con la sua “hit” «Nun ciamm arrennere», del 2012, cantata poco prima dell’arresto avvenuto nella sua casa di via Andreulli a Boscoreale, invitava la camorra a resistere contro i pentiti.

Anche per questo, per quella sua presunta vicinanza ai Gionta di Torre Annunziata, Marciano in primo grado fu condannato a 10 anni di carcere per associazione a delinquere finalizzata al traffico di droga. Sentenza poi stravolta in appello.

 

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