Torre Annunziata. Sparò un colpo di pistola in aria per intimidire la sua ex, disabile e da anni costretta su una sedia a rotelle: scarcerato Ciro Ruocco. Sono stati i giudici della decima sezione del Riesame a concedere i domiciliari al 23enne pregiudicato di Torre Annunziata. Ciro Ruocco (nella foto, già condannato per spaccio a un anno e 4 mesi), il 31 maggio scorso era stato raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere: minaccia aggravata e detenzione di arma comune da sparo le accuse a carico. Ordinanza annullata ieri dai giudici, che hanno accolto la tesi sostenuta in aula dal legale del giovane, l’avvocato Salvatore Calamita. Ruocco è già tornato in regime di semilibertà nel proprio appartamento alle palazzine popolari del rione “San Francesco”.      

LA VICENDA. Una storia d’amore burrascosa alle spalle e una separazione dalla sua ex moglie mai digerita. Questi i motivi che secondo gli inquirenti spinsero Ruocco a sparare lo scorso 6 febbraio un colpo di pistola lungo viale Marconi, nei pressi della Villa Comunale di Torre Annunziata. Due anni prima la donna, costretta da tempo su una sedia a rotelle, lo aveva lasciato. L’ex moglie quel giorno portò via con sé la loro piccola figlia. Il 6 febbraio c’era anche lei, accanto a sua madre, all’interno di una macchina affiancata dal pregiudicato ai “giardinetti”. Alla guida dell’auto, bersaglio della minaccia, l’ex suocera del 23enne. Ruocco, a bordo della sua utilitaria di colore scuro, riconoscendo l’auto della ex avrebbe “abbassato il finestrino”, esplodendo in aria “un colpo di pistola a scopo intimidatorio” per poi fuggire in direzione nord, verso la Rampa Nunziante.

GLI SVILUPPI. Ciro Ruocco, poche ore prima di ricevere l’ordinanza annullata solo ieri, era stato nuovamente condannato in tribunale: “un anno e 8 mesi da scontare ai domiciliari per porto illegale d’arma da guerra e ricettazione”. Questo il verdetto dei giudici relativo a un altro sparo in aria, più vicino nel tempo. Nella notte tra il 22 e il 23 maggio – intorno alle 2:30 – Ruocco infatti dopo aver bevuto un drink al bar esplose un colpo di pistola “colt U.S. Army” calibro 45. Arma in dotazione all’esercito statunitense. Quello sparo, in piena notte, turbò il sonno dei residenti del quartiere “San Francesco”. Il giovane si era poi scusato a processo: “Mi ero allontanato dalla macchina per fare la pipì. La pistola la ritrovai in mezzo ad un cespuglio giù alle palazzine. Notai un panno che copriva qualcosa. Lo scoprì, nascondeva la pistola. La presi e sparai un colpo. Fu una sciocchezza”.


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