Torre Annunziata. Quel colpo sparato in aria, alle 2:30 di notte nei pressi delle palazzine popolari, non fu una “bravata” per “fare il bello” con una ragazza. Bensì una minaccia a sua moglie, gravemente ammalata. Ciro Ruocco, il 23enne condannato oggi dai giudici a un anno e 8 mesi proprio per quel colpo (vedi link correlato), passa dai domiciliari al carcere.

Sono stati i poliziotti del Commissariato di Torre Annunziata, insospettiti da 28 proiettili calibro 45, compatibili con la pistola “U.S. Army” usata da Ruocco e ritrovati nelle immediate vicinanze dell’auto del giovane, a condurre un’inchiesta parallela chiusa con un’ordinanza di custodia in carcere.

Dopo la sentenza di condanna, il 23enne è così finito di nuovo in manette, accusato stavolta di porto e detenzione di arma comune da sparo, minaccia grave e violazione di DASPO.    

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