‘Raid’ per motivi passionali in via Caravelli, fuori al bar ‘081’: condannato l’autore degli spari e la sua vittima. Tre anni e mezzo di galera per lesioni a Giuseppe De Lorenzi (30, di Torre Annunziata), che secondo il giudice gambizzò il 18 marzo 2011 il 26enne Domenico Pallonetto, figlio dell’ex allenatore in seconda del Savoia. La vittima, nonostante una frattura alla fibula destra ed un’operazione di 8 ore all’ospedale Cardarelli di Napoli, per il pm “sapeva che a sparare fu De Lorenzi, ma non disse mai il suo nome. Approfittò della situazione, chiedendogli 7-800 mila euro per coprire tutto. Lo dimostrano le intercettazioni”. 

Pallonetto è stato quindi condannato a un anno e mezzo (pena sospesa) per favoreggiamento. Il suo avvocato, Giuseppe De Luca, preannuncia appello: “Aspetto con ansia le motivazioni della sentenza (tra 90 giorni, ndr) – il commento del legale - . E’ assurdo. Il ragazzo non ha mai avuto percezione diretta dell’autore degli spari”. Due colpi, esplosi in strada alle ore 13:45 direttamente da un’Audi A3 nera.

“Raid per gelosia, ma con l’errore”: intricata la storia alla base degli spari. Secondo il giudice, Pallonetto mosse delle ‘avances’ ad A.R., compagna di De Lorenzi. Donna prima legata a P.C., all’epoca in carcere in Toscana. Ma Il ‘galeotto’, il 17 marzo 2011, fece ritorno a Torre Annunziata: era in permesso premio e forse litigò col nuovo compagno della ex. Giuseppe De Lorenzi, da quel giorno, avrebbe temuto possibili ritorsioni. Forse per questo girava in auto con una semi-automatica, viso coperto da occhiali scuri: temeva l’imboscata e il 18 marzo avrebbe scambiato Domenico Pallonetto, incensurato di ritorno dal lavoro alla guida della sua Y10 viola, per un presunto scagnozzo mandatogli contro.

 In foto, i rilievi della Scientifica dopo gli spari 

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