E’ finito agli arresti domiciliari Donato Cherillo, pusher 34enne di via Della Fortuna e con precedenti per ricettazione. Un destino segnato perlopiù dagli sms che gli acquirenti di cocaina del rione ‘Provolera’ gli inviavano di continuo, proprio mentre lui era sotto torchio in caserma, interrogato dai carabinieri di Torre Annunziata (diretti dal comandante Andrea Rapone). Cherillo, poco prima di quegli sms, era infatti finito in manette. I militari controllavano il quartiere, un’azione di ‘routine’. Insospettiti dall’atteggiamento del pusher hanno poi deciso di perquisirlo.

Cherillo, in tasca, aveva 65 euro (in banconote di piccolo taglio e ritenute provento dell’attività di spaccio per 0,5 grammi di cocaina) ed un cellulare. Il suo ‘Samsung’. Un comunissimo telefono che solo dopo, in caserma a via Dei Mille, ha iniziato a squillare. “Dove sei, stai facendo tardi all’appuntamento”: la telefonata che ha inchiodato il 34enne di Torre Annunziata, mentre stava ancora rispondendo alle prime domande dei militari.

I carabinieri, rintracciando la telefonata, sono risaliti all’acquirente ‘infastidito’. Portato in caserma lo stesso, un 38enne del quartiere ‘Provolera’ poi segnalato in Prefettura, ha riconosciuto in foto Donato Cherillo (fratello di Raffaele, arrestato ad agosto sempre per droga che per l’accusa trasportava fino a Castellammare, ndr). L’acquirente ha raccontato ai militari che Cherillo sarebbe il suo fornitore di fiducia dal 2013. Frasi che hanno aggravato la posizione del pusher, il cui arresto è stato convalidato oggi dal giudice monocratico del Tribunale di Torre Annunziata Antonio Pepe.

Cherillo, difeso dall’avvocato Luciano Bonzani, ha ottenuto i domiciliari. Arresti in casa per il pusher, nonostante la richiesta di custodia in carcere avanzata al giudice dal pm della Procura della Repubblica oplontina Mariangela Magariello. L’accusa gli aveva contestato una ‘condotta perdurante’, proprio in base a quella telefonata, agli sms inviati sul suo ‘Samsung’ ed alle dichiarazioni rilasciate ai carabinieri dall’acquirente ‘infastidito’. Il giudice, al contrario, ha spedito Donato Cherillo ai domiciliari ‘solo’ per l’ultimo episodio: 0,5 grammi circa di ‘coca’, già pronti per essere spacciati. La difesa del pusher, che a processo sceglierà un rito alternativo, forse farà riesame.

Immagine di repertorio    


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