Torre Annunziata/Pompei. Ha ancora paura Annarita, 44 anni di Pompei. Per questo  si nasconde in tribunale dietro grandi occhiali scuri. Prova almeno a non incrociare quello sguardo. Lo sguardo dell’uomo che la perseguita da anni “con falsi profili su wapp e facebook, 500 messaggi nell’ultimo mese e sette telegrammi che mi ha spedito dal carcere”.

Lui oggi è seduto nella stessa aula, alla sbarra per stalking e con le manette strette ai polsi. Perché nonostante i domiciliari ha provato quasi sempre a cercarla, la “sua” Annarita, ottenendo un aggravamento di misura ed il carcere a Poggioreale.

Anche in cella il pensiero di Pasquale Cirillo (34 di Torre Annunziata) correva spesso a quell’amica conosciuta sul lavoro, accompagnando il figlio a scuola, appena lasciato dalla sua ex. Le inviava dei segnali: “Mi hai denunciato, ma ti perdono. Sono ancora innamorato di te. Le cose cambieranno. Quando esco, spero di sposarti”.

Per questo oggi il pm, in sede di immediato, chiede la condanna di Cirillo ad un anno e sei mesi. Per la difesa il presunto stalker invece non mandava “minacce” ad Annarita. Domani il verdetto del giudice monocratico del Tribunale di Torre Annunziata, Luca Della Ragione.

“IL MIO SPORTELLO ANTI-VIOLENZA”. Annarita si nasconde dietro grandi occhiali scuri. Ma dentro ha coraggio da vendere e un cuore immenso. “Voglio che la mia storia diventi un esempio per tutte le vittime – afferma - . Il 25 novembre, giornata mondiale contro il femminicidio, aprirò a Pompei il mio sportello anti-violenza. L’obiettivo è creare una rete con le amiche di ‘Catena Rosa’ di Torre Annunziata, l’Amministrazione comunale e le città di Terzigno e di Scafati. Io sono stata fortunata – prosegue - . Dal primo giorno la polizia mi è stata sempre accanto, ma ha potuto farlo perché ho denunciato. Se non ci fossero stati i poliziotti, non so che fine avrei fatto”.

E’ per questo che oggi Annarita lancia il suo appello, sempre più forte. Nonostante l’ansia per una sentenza in arrivo solo domani ed un nuovo processo, sempre a carico di Cirillo, il 28 ottobre a Nocera per un’aggressione “da me stessa subita due anni fa, fuori all’ospedale di Scafati”. “Parlate, parlate sempre – conclude la donna-coraggio - . Mi batterò per diffondere la cultura della denuncia, che dovrebbe partire fin da subito. Dai banchetti di scuola alle elementari”.

LA SENTENZA (aggiornamento delle ore 23). A Pasquale Cirillo, il giudice avrebbe inflitto solo il "divieto di avvicinarsi ai luoghi frequentati dalla donna entro il raggio di un chilometro".

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