Un milione e 300 mila euro è la somma che i 5 stabilimenti balneari di Torre Annunziata devono versare all’Ente di Palazzo Criscuolo. Nonostante sia da poco iniziata la primavera, per i lidi di Torre Annunziata si profila un ‘autunno caldo’ per gli accertamenti sulle tasse rifiuti ricevuti. Non ci si immagina certo barricate, anzi i gestori hanno chiarito che “già i primi eventi imminenti partiranno senza subire intoppi”, ma la questione è sicuramente delicata.

COME SI ARRIVA A QUESTA CIFRA? In buona sostanza, l’ufficio ragioneria oplontino e la Soget, nelle ultime verifiche, hanno calcolato anche l’arenile fino ad oggi contato solo per i pochi mesi estivi, estendendo, poi, il conto dal 2010 al 2015. Da una superfice complessiva di 6.836 metri quadri denunciati dai lidi, gli accertamenti recenti l’hanno estesa a 40.900 metri quadri per l’intero anno. Di qui la stangata.

“Non sono cifre che possiamo pagare, sono spropositate per il volume di affari. Con queste cartelle rischiamo la chiusura”. Contestano gli imprenditori che si stanno costituendo nell’Associazione lidi Torresi. “Con l’amministrazione vogliamo un rapporto pacifico ma anche una tariffa consona. Penso che si debbano prendere in considerazione i numerosi aspetti positivi che stiamo riuscendo a mettere in campo negli ultimi anni: da una ripresa degli arenili, alla cosiddetta movida, finendo a quello più importante, la forza lavoro che impieghiamo”. Ma non è solo questo a spingere gli stabilimenti ad una trattativa: “Il Tar Campania ha accolto il ricorso di marzo 2015 presentato dalla ‘Rinascenza’. Inoltre, crediamo che le tariffe locali siano eccessivamente alte. A Rimini, ad esempio, pagano solo 1,5 euro o meno al metro quadro. Noi 20 euro”. Sulla vicenda hanno investito anche la sezione del sindacato che si occupa dei lidi, il SIB.

L’amministrazione, pare, non sia stata sorda all’appello dei gestori, tant’è che nelle settimane scorse c’è stato già una prima riunione con gli stessi, a cui ha partecipato anche il responsabile della società che si occupa di riscossione tributi. “Ci stiamo lavorando”, ha detto il dirigente Nunzio Ariano, continuando: “Hanno chiesto la revisione dell’avviso di accertamento. Risponderemo a questa richiesta”. Sugli esiti non si sbilancia precisando solo che “è investito anche l’ufficio avvocatura per chiarire come si è comportata la giurisprudenza in merito”.

Sta di fatto che, oltre l’accordo importante sulla vicenda, occorre chiarire anche per i prossimi anni. Per questo motivo, gli imprenditori lanciano un messaggio preciso all’amministrazione: “Occorre un regolamento ad hoc per disciplinare la materia”.

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