Due ore di conferenza per la presentazione della quarta giunta del suo secondo mandato. Qualcuno giura sia l’ultima. Con quella di questa mattina il sindaco di Torre Annunziata, Giosuè Starita, è salito a quota 27 assessori cambiati dal 2012, anno in cui l’elettorato l’ha scelto nuovamente come guida della città oplontina. In media 6 all’anno, uno ogni due mesi.

Dal governo degli uomini, quello del giugno 2012, con la sola eccezione della Stanzione, unica donna in una squadra di otto, al governo tecnico dell’ottobre 2013, dopo la commissione d’accesso. Nel 2014 la prima squadra che ha riequilibrato le quote rosa e, ancor più importante, la prima dopo il ritorno del ‘figliol prodigo’ Starita nella casa del PD con il memorabile ribaltone in consiglio comunale, che ha portato il partito degli Alfieri all’opposizione ed i Dem in maggioranza dopo diversi anni. Proprio quest’ultimo governo è stato il più tribolato. Presentato già con una data di scadenza, quella del giugno 2015, già nel marzo dello scorso anno i partiti hanno iniziato una discussione/scontro che non ha lesinato colpi di scena. La defenestrazione di Savarese, le dimissioni polemiche della Celone, quelle di fine anno di Iavarone. Ultimo, il polverone sul caso Ossame. Oggi pare si sia messa la parola fine almeno sulla questione della giunta. “Servivano i tempi giusti”, ha commentato il sindaco all’incontro con la stampa.

All’appello manca ancora il nodo sul presidente Prima Vera, posizione ambita da più componenti Democratiche ma che per logica di spartizione interna dovrebbe andare a quella che fa capo al consigliere Lucibelli. Non ne sono troppo convinti i ‘Casillos’ che la recriminano forte dei numeri nell’assise cittadina. Inoltre, a breve il valzer del sottogoverno cittadino, tra revisori dei conti ed organismo indipendente di valutazione. “Sono posizioni politiche”, ha risposto Starita ai giornalisti. Di qui, poi, un fiume in piena sull’operato della sua amministrazione.

Nel 2015 abbiamo dato una svolta importante alla città – ha continuato il sindaco – L’anno è iniziato con lo sgombero di Palazzo Fienga ed è terminato con l’avvio dei lavori al porto. Nel mezzo, abbiamo fatto ripartire il contratto di quartiere per la riqualificazione del Penniniello, rinnovato quasi tutti i regolamenti comunali e preparata l’esposizione dei reperti archeologici di Oplonti”. Su quello che manca alla città Starita non ha dubbi: “Occorre riuscire a saper spendere il nome, attraendo sempre di più gli imprenditori per investimenti sul territorio. Tutte le iniziative che abbiamo messo in campo ci dicono che un miglioramento è possibile ed è in corso”.

La cultura per rilanciare il territorio. È fermamente convinto il primo cittadino. “La mostra è solo l’inizio. Mi auguro – ha concluso Starita – che la casa comunale possa diventare un museo permanente che faccia da collante tra gli scavi e la risorsa mare, passando per villa Parnaso”.

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