TORRE ANNUNZIATA. “Non confondiamo i piani. Il mancato inchino del Quadro, davanti alla farmacia Matachione, è senza dubbio un segnale positivo. Ma attenzione. Matachione è solamente un imprenditore vicino ai pescatori, una sorta di ‘sponsor’ che fornisce un contributo per la processione della Madonna. Gli altri anni, invece, il Quadro veniva rivolto verso i balconi di camorristi e presunti padrini”. Lo ha detto il sindaco di Torre Annunziata, Giosuè Starita, dopo il parapiglia che stamattina ha caratterizzato la processione in onore della Madonna della Neve, protettrice della città.

Nel corso della solenne processione, infatti, due pescatori con il Quadro in spalla avrebbero voluto rivolgerlo verso l’ingresso della centrale “Farmacia del Corso”, di proprietà di Nazario Matachione, in segno di “saluto” e di “rispetto” nei riguardi dell’imprenditore originario di Torre del Greco (nel link correlato, ndr). L’inchino è stato evitato solo da un forte battibecco, condito da urla e spintoni con alcuni pescatori “dissidenti”, prima del decisivo intervento delle forze dell’ordine e del parroco della Basilica “Maria SS. Della Neve”, Mons. Raffaele Russo. “Nel 2006 – ha proseguito il sindaco Starita, commentando l'accaduto – la corona in cima al Quadro si conficcò addirittura sotto un balcone a pochi passi da Palazzo Fienga. Oggi la Madonna, nell’ex regno del clan Gionta, ha proseguito spedita e veloce”.

IL PRECEDENTE. Il 22 ottobre 2014, mentre Nazario Matachione era in carcere con l’accusa di corruzione, il “Comitato dei Pescatori”, i veri “portantini” del Quadro, sostarono dinanzi alla Farmacia di proprietà dell’imprenditore per dieci lunghi secondi. Quella sosta fu definita “fuori da ogni logica” dallo stesso sindaco Starita.

I pescatori, il giorno dopo la sosta “incriminata", organizzarono una frettolosa conferenza stampa all’interno della Basilica in piazza Giovanni XXIII. “Lo abbiamo fatto come segno di solidarietà – spiegheranno in quella sede - perché Matachione è stato sempre disponibile con tutti. Ha aiutato tante persone. Anche noi, con le medicine”. L’imprenditore, invece, apprese la notizia leggendo in carcere i giornali.

L’anno dopo, una volta rimesso in libertà, il “re delle farmacie” ammise che quell’inchino fu un “errore”. “Un gesto di semplice rispetto ma ora posso dire che fu un errore - così Nazario Matachione il 22 ottobre 2015, Quadro in spalla - . Doveva restare riservato, chiuso nell’ambito della sfera privata. La beneficenza è un momento intimo. Anche l’anno scorso, soprattutto in cella, io pensai alla Madonna”. L’imprenditore farmaceutico, ormai ogni anno e da dodici, dona alla Basilica l’altare per il Quadro della protettrice di Torre Annunziata: “Lo scriverò anche ai miei figli. Nel mio testamento”.   


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