Una gara d’appalto bloccata e 35 famiglie che rischiano di finire per strada. A Torre Annunziata la sospensione della mensa scolastica sta mettendo in ginocchio i dipendenti del centro cottura di Via Capuozzo.

Senza stipendio da maggio, hanno ripetutamente chiesto aiuto alla Commissione Prefettizia che, dall’alto dei suoi poteri straordinari, ha liquidato il personale con un mucchio di frasi vaghe e confuse, riassumibili con un’unica parola: "Arrangiatevi".

Anche se la richiesta di aiuto dei dipendenti è stata evidentemente ignorata, la battaglia per il diritto al lavoro non si ferma. A parlare è Anna Palumbo, aiuto cuoco, impiegata al centro da più di vent’anni. "Siamo consapevoli che i Commissari non possano sbloccare la gara. A loro chiediamo però un aiuto concreto, perché in gioco c’è il futuro di 35 famiglie. Siamo disposti a svolgere qualunque tipo di lavoro: dallo sradicare le erbacce al tenere le strade pulite. Se non possiamo ancora lavorare in mensa, ci aiutino almeno a trovare un’altra occupazione da svolgere in questi mesi di stop. Non possiamo più aspettare, abbiamo bisogno dello stipendio!”.

Dietro la sospensione della mensa scolastica una gara d’appalto non ancora conclusa. I Commissari Straordinari hanno affidato l’intera procedura alla Stazione Unica Appaltante. Sul tavolo un bando da 1,4 milioni di euro scaduto il 5 settembre. Ancora oscuri i motivi di questi gravi ritardi e del perché si continui a rimandare l’apertura delle buste. Intanto, il destino di 35 famiglie è appeso ad un filo.

I dipendenti smentiscono categoricamente la notizia che la ripresa della mensa avverrà a novembre. “Una volta affidato l’appalto alla nuova società, dovranno passare 60 giorni prima che inizi ufficialmente il servizio. Inoltre, in caso di ricorso, potrebbe trascorrere un anno prima della ripresa della refezione. Se così fosse, noi che fine facciamo?".

Al personale del centro cottura è precluso l’accesso ad ogni tipo di sussidio, compreso il Reddito di Cittadinanza. “Ad oggi siamo lavoratori sospesi. Purtroppo, il nostro è un contratto verticale  – spiega la Responsabile Lucia Lubrano - Questo significa che nel momento in cui viene stoppato il cantiere a noi non spetta neanche la disoccupazione. Non abbiamo diritto a nessun aiuto. Lavoriamo solo sei mesi su dodici. Abbiamo bisogno di questa occupazione altrimenti ci aspetta il peggio".

Una vita difficile quella dei 35 lavoratori del centro cottura di Via Capuozzo. In costante lotta con precariato e povertà, si spezzano la schiena da vent’anni per portare a casa un pezzo di pane. Sono uomini e donne a cui è stata strappata con forza la dignità del lavoro. Da maggio hanno davanti agli occhi un portafoglio vuoto che testimonia brutalmente quanto la situazione stia diventando sempre più grave.

"Nessuno si è unito alla nostra battaglia - tuonano i dipendenti - Ci aspettavamo che gli istituti scolastici sollecitassero i Commissari, ma nulla di fatto. Risolto il problema mensa con i PON e sfamato gli alunni con i panini, ci hanno letteralmente voltato le spalle. Ci auguriamo che la Commissione non faccia lo stesso, abbiamo bisogno di aiuto".

A Torre Annunziata il comune è stato sciolto per infiltrazioni camorristiche. Ai Prefetti il compito di guidare l’amministrazione prima della nomina del nuovo sindaco. Piaccia o no, sono loro il punto di riferimento di questa città. 35 famiglie sono ad un passo dal baratro, sia la Commissione Prefettizia ad intervenire per evitare che finiscano in strada.

Questo è l’inizio di una battaglia che farà rumore tra le strade di Torre Annunziata. In gioco c’è la sopravvivenza di un centinaio di persone. I dipendenti del centro cottura non si arrendono, andranno fino in fondo finché non avranno ottenuto ciò che spetta loro di diritto.

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