Libera Pastore e Staiano lo ricorda con commozione e promette un impegno concreto per lo sviluppo civile e sociale del Rione Carceri. Francesco Fabbrizzi era un padre di famiglia completamente estraneo agli ambienti della criminalità. Fu coinvolto per caso nella cosiddetta Strage di Sant'Alessandro”. È il messaggio inviato dal coordinatore dell’associazione antimafia di Torre Annunziata, Michele Del Gaudio, a due giorni dall’anniversario di uno dei più feroci eccidi di camorra.

Il 26 agosto del 1984 un commando di 14 sicari saltò fuori da un autobus rubato nei pressi del circolo dei pescatori, all’incrocio tra corso Vittorio Emanuele III e via Aurora, sparando sulle persone presenti. Quando il bus ripartì si poterono contare 8 morti, tra cui anche Fabbrizzi, e 7 feriti. “Fu un atto di guerra nei confronti del boss Valentino Gionta da parte dei gruppi rivali delle famiglie Bardellino, Alfieri e Fabbrocino. Dell'accaduto si occupò anche il giornalista Giancarlo Siani in un articolo dedicato ai rapporti tra i Nuvoletta e i Bardellino”.

Francesco, morto a 54 anni, sposato e con un figlio ventenne, è stato riconosciuto vittima innocente della criminalità organizzata dal Ministero dell’Interno

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