Torre Annunziata, studenti del Marconi a lezione dalle donne dell'Antimafia
La testimonianza di Luana Ilardo, figlia dell'ex boss di Cosa Nostra: 'Mio padre tradito dallo Stato'
13-12-2024 | di Redazione
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"Non fidatevi di chi vi dice che è impossibile cambiare strada. In quest'aula, oggi, c'è una donna che vi dimostrerà l'esatto contrario". Con queste parole il giornalista Vincenzo Sbrizzi apre l'evento organizzato da Agende Rosse all'Istituto Marconi di Torre Annunziata. Sul palco dell'auditorium le donne dell'Antimafia, testimonial della cultura della legalità.
Tra gli ospiti Luana Ilardo, figlia di Gino, ex boss di Cosa Nostra e collaboratore di giustizia. "Dopo anni di carcere mio padre decise che non avrebbe mai più avuto a che fare con la mafia. Scelse consapevolmente di cambiare strada e diventò collaboratore di giustizia. Non lo fece per avere benefici, in fondo aveva già pagato il suo debito con lo Stato. Lo fece perchè era la cosa giusta da fare".
Il racconto di Luana tiene gli studenti del Marconi con il fiato sospeso. Siamo negli anni '90. La mafia stragista tiene in scacco lo stivale e dopo l'arresto di Totò Riina è il boss Bernando Provenzano l'obiettivo. "La parentela con i Madonia fu una condanna per mio padre. Putroppo non puoi scegliere in quale famiglia nascere. Papà voleva allontanarsi da quel mondo e contattò la Dia per uscire formalmente da Cosa Nostra. Di mattina era un finto mafioso e di sera un collaboratore. Condusse i carabinieri fino al covo di Provenzano eppure il boss non fu arrestato quel giorno, ma ben undici anni dopo".
Ed è proprio in quel mancato arresto che c'è la risposta all'omicidio di Gino Ilardo. Dal processo emerge che furono forze dell'ordine infedeli a fare la soffiata. Carabinieri deviati avvertirono la mafia. "Papà fu crivellato di colpi sotto cosa. Io e mia sorella ci precipitammo a soccocorrerlo, ma era inutile. Ricordo ancora le nostre mani e i nostri vestiti inzuppati di sangue. Sapete perchè è stato ucciso? Io lo definisco un corto circuito. Papà è stato tradito da uomini in divisa che fingevano di rappresentare lo Stato".
Presenti nell'aula magna il giornalista Salvatore Aulicino Mazzei, la scrittrice Francesca Carlucci e la giornalista Luciana Esposito. Ad ascoltare il toccante racconto di Luana è la vice sindaca Tania Sorrentino, vedova di Maurizio Cerrato. Al suo fianco anche Carmela Sermino, vedova di Pasquale Veropalumbo. Due donne diventate un esempio nella lotta alla criminalità organizzata.
Ma per sradicare la camorra da un territorio è necessario che siano i ragazzi a giocare un ruolo in primo piano. "Voglio che vediate questi video pubblicati su Tik Tok per capire le insidie che si nascondono dietro i social - dichiara la giornalsita Esposito - la criminalità si insinua sul web e usa questi strumenti per promuovere la cultura dell'illegalità. Dovete stare in allerta e sviluppare il vostro senso critico perché solo così potete scegliere da che parte stare".
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