“Siamo stati più volte al comune per sollecitare qualche aiuto. Speriamo che questi fondi arrivino presto perché siamo veramente con l’acqua alla gola”.

A dirlo sono i titolari di licenza per i taxi collettivi, da mesi fermi al palo a causa dell’emergenza sanitaria da coronavirus. Da un mese e mezzo il servizio è ripartito ma i numeri non sono confortanti.

Le misure di protezione per spostarsi in sicurezza ci sono: il divieto di sedersi davanti e quello di far sedere due persone sulla stessa fila, oltre all’obbligo di indossare mascherina e guanti da parte di tutti, fino all’obbligo di sanificazione del veicolo ogni giorno. Il problema è che, come quanto riferito dagli operatori del settore “l’utenza non c’è”.

“Siamo felici della delibera – hanno commentato i taxisti – e del contributo che speriamo di poter ricevere quanto prima. Si tratta però di una misura esigua che non ci permette di sopperire alle gravi perdite che avremo quest’anno. Il settore turistico è fermo, se ne riparlerà l’anno prossimo. Serve qualche aiuto in più”.

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