“La maggior parte delle persone non li vede come individui fatti di passione, istinti o talenti. Per la società sono persone con dei limiti e basta. Saliremo sul palco per dimostrare che oltre la disabilità c’è un mondo che merita di essere raccontato. Non c'è margine di crescita se si ha questo punto di vista. Io ho scardinato tutto questo per arrivare all'essenza".  ”.

Distruggere le etichette e combattere lo stigma sociale. Sono questi i motivi che hanno spinto Manuel Veltro, studente di psicologia e attore teatrale, a lanciare un progetto dedicato ai diversamente abili. Il 22enne di Torre Annunziata, in collaborazione con la cooperativa sociale ‘Il Faro’ di Sant’Antonio Abate, ha messo al servizio degli ultimi la sua creatività con l’obiettivo di sconfiggere i pregiudizi.

“Non vedono l’ora di salire sul palco per mostrare al pubblico chi sono davvero e io sono felice di guidarli in questo percorso – spiega Manuel - Combattono quotidianamente con la solitudine e con un mondo che li ignora. Abbiamo iniziato questo progetto non per eliminare le differenze ma per valorizzarle. Non sono alieni, basta con la stigmatizzazione”.

Tramite la compagnia teatrale ‘Io non ti conosco’ di Sant’Antonio Abate inizia una collaborazione con la cooperativa sociale ‘Il Faro’. L’obiettivo del progetto è portare in scena uno spettacolo finale in cui ognuno interpreta sé stesso. “Non voglio che loro imparino a memoria un copione, non è questo il mio scopo. Porteranno in scena loro stessi senza filtri o sovrastrutture. Ogni lunedì mattina ci incontriamo a lezione sia per discutere di attualità che per imparare a comunicare. Io entro nel loro mondo e loro nel mio. Non ci sono distanze quando siamo insieme”.

Confidente, insegnante e mentore. In poco tempo Manuel è risciuto a costruire un solido rapporto di fiducia. "Ormai ho imparato a conoscerli. c'è un clima piacevole e siamo tutti amici. Ma il nostro rapporto va al di là dello svago. Sono stati tanti i momenti toccanti in cui hanno confidato proprio a me le loro paure. Sono uomini e donne adulti che vivono ancora con i propri parenti. Sono terrorizzati dall'eventuale lutto dei genitori perchè significherebbe restare definitivamente soli. Da quando è iniziato il progetto non vedono l'ora di venire a lezione perchè sanno di essere apprezzati. Dietro la disabilità c'è un mondo a colori che non deve più essere ignorato". 

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