Una terrazza gremita quella del Lido Azzurro di Torre Annunziata che ha visto presentare, fronte mare e vista Capri, il nuovo romanzo di Francesco Paolo OresteL’ignoranza dei numeri”, edito da Baldini+Castoldi.

Introdotti dal giornalista Francesco Gravetti, gli attori Leda Conti e Gianni Caputo hanno letto pagine scelte proiettando i presenti all’interno dell’opera narrativa, collocata a buon titolo nel panorama del noir italiano.

Intervenuta il Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Torre Annunziata Andreana Ambrosino che, rivolgendosi all’autore, stasera per l’occasione senza divisa da poliziotto d’ordinanza, senza mezze misure, gli chiede: “Ma tu, da che parte stai?” Lo stesso interrogativo al quale cerca di rispondere  l’ispettore Giulietti nel suo romanzo. “In Procura siamo sommersi dai numeri, i quali, se non dialogano con la parola, sono fuorvianti, bugiardi, portatori di menzogne”. E incalza. “Quanti sono i Tatore, gli scarrafoni? I nostri dossier hanno tutti un numero. Ma dietro quel numero ci sono persone, vite, motivi, problemi. Il fascicolo non è un numero, ma una storia di vita. Da un lato ci sono i reati, che sono diversi, da un altro la legge, che va applicata sempre e in ogni caso, indiscriminatamente oserei dire. Viviamo tutti una personale dicotomia nell’utopica speranza di far conciliare in noi stessi la legge e la giustizia. Mi sento di dire che “L’ignoranza dei numeri” è un libro d’amore” ha concluso.

“E’ un libro pervaso dal dubbio, da lotte interne ed esterne, da convivenza dentro l’anima di più noi - ha aggiunto lo scrittore Luca Delgado -. In effetti tutti quelli che abitano in questi luoghi, un tempo Campania felix e oggi Terra dei Fuochi, lo sanno bene”.

A conclusione, è intervenuto l’autore, Francesco Paolo Oreste: “Quando in servizio ci capita di portare via il capofamiglia da una casa, noi lasciamo lì i suoi figli, di solito piccoli. Quando andiamo via noi, sopraggiunge la malavita che è molto organizzata. E li affilia. Segnandone il futuro. Cancellandolo. E allora noi che possiamo fare? Vedervi qui stasera, così numerosi, mi fa sperare che non tutto è perduto, che insieme, possiamo farcela. Attraverso la scuola innanzitutto e le associazioni che operano nel sociale presenti sul territorio. Esse sono il collante tra questi due mondi, un ponte che può accorciare le distanze tra giusto e sbagliato, tra bene e male, tra un passato ormai segnato e un futuro in divenire”.

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