Il doppio volto di Torre Annunziata. A due passi dalla Basilica della Madonna della Neve un labirinto di vicoli degradati in cui banchettano i topi. Via Giardino è il manifesto concreto della paralisi civile, sociale e urbana dell’area sud. Gli antichi splendori del centro storico spazzati via da strade colabrodo in cui strabordano immondizia e sporcizia. Una zona popolata da famiglie e bambini, costretti a fare i conti con roditori, insetti e odori nauseabondi.

Mentre continua la riqualificazione del Rione Provolera e del Borgo dei Pescatori, accendiamo i fari su un’altra area notevolmente compromessa. I cittadini segnalano una situazione paradossale, al limite dell’emergenza sanitaria. La domanda che aleggia tra quei vicoletti fantasma è sempre la stessa: ‘Quando toccherà a noi? Quando riqualificheranno le nostre zone? ’. Interrogativi che pesano come macigni e che arriveranno dritti sulla scrivania del futuro sindaco di Torre Annunziata.

Nel frattempo, Torre Annunziata non riesce a scrollarsi di dosso l’enorme spaccatura tra nord e sud. Pochi chilometri di distanza separano due realtà piuttosto diverse, ma legate dallo stesso punto di congiunzione: il diritto di avere una vita migliore.

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