Torre Annunziata. Traffico di droga dalla Spagna e dall’Olanda: assolti Bruno Scarpa, il figlio del boss Vincenzo “’o dottore”, e 4 presunti corrieri. Tutti con formula piena. Questa la sentenza scritta dal gup del Tribunale di Napoli - Umberto Lucarelli – nello stralcio del processo Hama’l, nato dall’inchiesta della Dda di Napoli che portò all'arresto di 34 persone, ritenute dagli inquirenti vicine al boss.

Tra questi Bruno Scarpa, il solo dei 5 imputati che resta a piede libero. Il figlio di “’o dottore”, difeso dall'avvocato Salvatore Irlando, è stato scagionato dall’accusa di associazione per delinquere di stampo mafioso finalizzata al traffico di stupefacenti. Assolti dalla stessa ipotesi di reato anche il camionista Marco Galli, il nipote del boss, Carmelo Alessandro Scarpa, il corriere Pasquale Scarpa (altro nipote, difeso dagli avvocati Giovanni Tortora e Gaetano Rapacciuolo) e Francesca Finazzo.

IL PROCESSO. Secondo l’Antimafia partenopea, Vincenzo Scarpa “’o dottore” dirigeva il traffico di droga direttamente dalla Spagna. Per l’accusa, i narcos Vesuviani si scambiavano informazioni sulle rotte da seguire tramite sms con cellulari “BlackBerry”. Il ras di Torre Annunziata fu arrestato nel 2013, mentre con un documento falso tentava di prendere un volo per Madrid. Con sé, Vincenzo Scarpa “’o dottore” aveva una valigia zeppa di contanti.

Gli stupefacenti (oltre 350 i chili di cocaina sequestrati dai finanzieri del Comando provinciale di Napoli) venivano caricati a bordo di pesanti tir. Spesso, per confondere il fiuto dei cani anti-droga ed eludere i controlli in autostrada, la “coca” era nascosta in vasetti di maionese. Ad aiutare “’o dottore” nel business da oltre 12 milioni di euro – la tesi investigativa - erano proprio suo figlio Bruno, Pasquale Scarpa e gli altri presunti corrieri dell’organizzazione. Tutti assolti, ieri, nel processo celebratosi con rito abbreviato. 

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