Torre Annunziata. Traffico internazionale di droga in concorso tra camorra e 'Ndrangheta: in manette 8 persone. I finanzieri del Gico del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Napoli hanno eseguito ieri 8 misure cautelari nei confronti di altrattanti esponenti di spicco della famiglia Tamarisco di Torre Annunziata e della cosca jonica dei Pelle-Vottari di San Luca (Reggio Calabria). Così si è chiuso il secondo filone investigativo sul narcotraffico, coordinato dalla dda partenopea nell'inchiesta “Positano 2014”.

I TAMARISCO. La vera e propria "collaborazione" era stata messa in piedi dai capi Bernardo e Domenico Tamarisco (alias Nardiello) che, secondo le ricostruzioni degli inquirenti, avevano iniziato ad approvvigionarsi di cocaina dalle 'Ndrine calabresi della Locride (nel link in basso).

I NOMI. I destinatari della nuova ordinanza sono i fratelli Bernardo e Domenico Tamarisco, insieme al cognato del secondo, Vincenzo Langiano, ed a Vincenzo Barbella, Salvatore Civale e Michele Pagano, tutti residenti a Torre Annunziata. In manette anche Francesco Pelle e Antonio Bartolo, quest'ultimo unico che era ancora a piede libero, entrambi di San Luca e considerati referenti della cosca dei Pelle-Vottari. Tutti sono accusati a vario titolo di traffico di stupefacenti con l'aggravante mafiosa.

L'INCHIESTA. Le partite di cocaina erano state già mandate dalla Calabria a Torre Annunziata in più occasioni ma, visto che i Tamarisco-Nardiello si erano mostrati scettici sulla “qualità” della polvere bianca, i narcos calabresi avevano effettuato più viaggi con i corrieri. Uno dei carichi di "prova" era stato intercettato in un bed&breakfast di Torre Annunziata esattamente un anno fa: un chilo di polvere bianca, che sarebbe poi finita sul mercato dell'hinterland Vesuviano.

La partita campione era stata trasportata da Francesco Pelle, referente di spicco della cosca calabrese, che "si era impegnato a recapitare personalmente la cocaina – così il procuratore aggiunto Filippo Beatrice – trasportandola a bordo di un'autovettura munita di apposito doppiofondo" e guidata da Domenico Bartolo (già arrestato a novembre scorso, ieri è finito in manette il fratello).

In manette finì anche Antonio Cirillo, titolare dell'alberghetto alle porte degli Scavi di Pompei, utilizzato come magazzino di stoccaggio della droga. I narcos furono sorpresi in flagranza, proprio durante la consegna della merce e il relativo pagamento. La droga era stata nascosta in un apposito doppiofondo ricavato nel vano dell'airbag di un'auto, una delle due con le quali i corrieri stavano effettuando un viaggio dalla Calabria. La cocaina sequestrata avrebbe avuto sul mercato un valore di oltre 100mila euro.

Le indagini, poi, sono proseguite, culminando nel blitz di 6 mesi fa, quando furono arrestate 34 persone. A capo del primo gruppo c'era Bernardo Tamarisco, 44 anni, il ras in carrozzella, costretto sulla sedia a rotelle da 20 anni: il 22 agosto 1996 fu vittima di un agguato di camorra eseguito dal clan Gionta (oggi invece alleato del gruppo Nardiello). Tamarisco rimase ferito gravemente, si salvò, ma rimase immobilizzato.

 

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Traffico internazionale di droga: sgominata banda di Torre Annunziata