Ucciso per uno sgarro tra clan rivali. E’ questa l’ipotesi più accreditata, fino a ora, per capire il movente che ha portato all’omicidio di Francesco Immobile. Il 35enne è stato freddato ieri con una raffica di colpi mentre si trovava da solo nei pressi della chiesa di Sant’Alfonso de Liguori, accanto alla sua abitazione.

Sul caso stanno lavorando gli agenti della sezione investigativa di Torre Annunziata, guidati dal commissario Luigi Autiero, coadiuvati dai colleghi della Squadra Mobile.

Immobile era da poco uscito dagli arresti domiciliari. In passato era stato coinvolto anche nell’operazione Mano Nera ed era anche finito in manette per spaccio poco più di 4 anni fa.

Il 35enne era ritenuto vicino al clan dei Gallo-Cavalieri, ma aveva anche un legame con la cosca rivale dei Gionta. Gli inquirenti stanno lavorando per capire se ci siano stati dei cosiddetti ‘cambi di casacca’ all’interno delle due famiglie. Proprio Immobile sarebbe finito al centro di uno sgarro.

I poliziotti sono anche sulle tracce dei due uomini in sella allo scooter che hanno sparato all’impazzata contro il 35enne in pieno giorno dinanzi alla chiesa di via Veneto. Secondo quanto appreso l’episodio sarebbe sganciato dal raid nei confronti di Michele Guarro, avvenuto lo scorso sabato in corso Vittorio Emanuele. Al momento l’affiliato al clan Gionta è ancora ricoverato all’ospedale di Castellammare, ma non ha fornito indicazioni utili agli investigatori.

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