Torre Annunziata: Umberto Onda, il killer del clan Gionta, tenta il suicidio in carcere
L’ex reggente di camorra, all’ergastolo ad Opera, ha provato ad uccidersi con un’arma da taglio
09-02-2016 | di Salvatore Piro
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Umberto Onda ha provato ad ammazzarsi in carcere. Il killer del clan Gionta, detenuto all’ergastolo al 41-bis ad Opera, ha tentato il suicidio in cella perché esasperato dai continui spostamenti (circa 10) da un istituto di pena all'altro in giro per l'Italia. L’episodio è avvenuto nell’ultimo week-end. Il 43enne, ex reggente del clan di via Bertone, ha cercato di farsi del male con un’arma da taglio, perdendo molto sangue prima di essere soccorso dalle guardie penitenziarie. Le sue condizioni sono ora migliorate e definite stabili.
IL PERSONAGGIO. “Umbertino” fu arrestato dai carabinieri il 28 giugno 2010 a Brindisi. Era tra i cento latitanti più pericolosi d’Italia, quando venne bloccato mentre scendeva da un traghetto proveniente dalla Grecia. Umberto Onda non era armato e non tentò la fuga, ma mostrò ai militari dei documenti falsi. Il killer dei Gionta scappava da un’ordinanza di custodia cautelare del 2007, dopo una condanna in primo grado a 17 anni di reclusione per associazione mafiosa, omicidio, rapina e ricettazione e altre due del 2008 e del 2009 per associazione mafiosa ed estorsioni.
L’ULTIMO PROCESSO. Ieri l’ultimo rinvio a giudizio per l’omicidio di Anna Barbera, la donna uccisa dal clan Gionta il 12 marzo 2004 in via Vesuvio, al confine tra Torre Annunziata e Trecase. “Anna Barbera doveva morire. Era un ordine dei vertici” dichiarò alla Dda di Napoli il pentito di camorra Aniello Nasto, reo confesso della morte della donna. Anna Barbera, infatti, aveva umiliato con sputi ed insulti in tribunale i killer di suo figlio, Umberto Ippolito, ammazzato il 22 febbraio del ’94 perché avrebbe dovuto testimoniare nel processo a carico di Luigi Limelli, ras dell'organizzazione camorristica di Boscoreale attiva nel traffico e nello spaccio di droga. Alla sbarra, tra gli altri, con Umberto Onda (che ha scelto di affrontare il dibattimento in Corte d’Assise) anche Pasquale Gionta, figlio del boss ergastolano Valentino e fratello di Aldo. A differenza di Onda, Pasquale Gionta ha scelto di difendersi con rito abbreviato.
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