Un affare di famiglia, legato a un vortice di aggressioni, minacce e rapine pur di farsi consegnare il denaro prestato con interessi da usura. Agivano per conto del clan Gionta: costringevano le vittime alla paura e al silenzio invocando il nome di uno dei clan storici di Torre Annunziata.

A finire in carcere sono state 5 persone, tre uomini (in cella a Poggioreale) e due donne (trasferite a Santa Maria Capua Vetere). Si tratta di Salvatore Ferraro (59 anni), alias ‘o capitan, sua moglie Filomena Bove (58 anni) e sua cognata Anna Bove (56 anni), il figlio Giuseppe Ferraro (32 anni) e il genero Andrea Gallo (38 anni).

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Nel corso delle indagini è stato accertato un tipo di rapporto tra gli indiziati e le vittime di tipo usurario, il ricorso a violenze per ottenere il pagamento degli interessi a strozzo e il tentativo di rapina del telefono cellulare di una delle vittime.

Un vortice di terrore concluso con l’operazione della Polizia di Stato di Torre Annunziata che ha messo in carcere i presunti responsabili.

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