Il Nucleo Operativo rompe il silenzio e chiede con fermezza la convocazione urgente di un consiglio comunale monotematico a Torre Annunziata incentrato sulla riapertura del Pronto Soccorso dell’Ospedale di Boscotrecase. Una richiesta che affonda le sue radici in mesi di attese, promesse disattese e un crescente senso di abbandono da parte delle istituzioni.

“Ci è stato promesso più volte un consiglio comunale dedicato alla questione, ma in città sembrano esserci sempre altre priorità, ritenute più urgenti. Ora basta. È il momento di affrontare con serietà una problematica che riguarda direttamente la salute pubblica”, si legge nella lettera inviata dal comitato e indirizzata anche al premier Giorgia Meloni, al ministro della Salute Schillaci, al governatore della Campania De Luca, al prefetto Michele Di Bari, ai vertici dell'Asl e ai sindaci di Torre Annunziata, Boscotrecase, Trecase.

Il comitato sottolinea come, con il Pronto Soccorso di Boscotrecase ancora chiuso, l’intera utenza dell’area, circa duecentomila abitanti, venga convogliata sul già sovraccarico presidio di Castellammare di Stabia, “ormai al collasso”. Una situazione insostenibile, che rischia di avere ripercussioni drammatiche sull'efficacia delle risposte sanitarie in caso di emergenza.

Il nodo, secondo quanto dichiarato dalle istituzioni, sarebbe ancora una volta la carenza di personale specializzato in medicina d’urgenza. Ma proprio su questo punto il comitato rilancia con forza l’interrogativo: “Il Presidente della Regione Campania ha annunciato la costruzione di un nuovo ospedale a Castellammare. Ma se oggi non ci sono medici per Boscotrecase, come si pensa di far funzionare un nuovo nosocomio?”, si chiedono.

Il rischio è che senza una programmazione sul reclutamento e la stabilizzazione del personale sanitario, ogni promessa può rivelarsi un semplice esercizio di propaganda.

Il Nucleo Operativo si dice pronto a confrontarsi con l’amministrazione e rimane in attesa della convocazione del consiglio comunale richiesto. Intanto, però, la richiesta è chiara: basta rinvii, serve una presa di posizione concreta. Perché il tempo, quello della politica, ma soprattutto quello dei pazienti, è già scaduto.

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