“Torre Annunziata una città oltre i cliché”: Avvisati critica la fiction "Malinconico"
Il presidente di AreV-Od denuncia l’immagine distorta della città nella serie Rai: “Non solo degrado, ma una città da riscoprire"
21-12-2024 | di Redazione
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“Torre Annunziata vittima dei soliti cliché e data in pasto a milioni di spettatori che hanno seguito in tutta Italia la puntata”.
Aldo Avvisati, presidente di AreV-Od Ospitalità Diffusa, ha espresso il suo disappunto per la rappresentazione stereotipata di Torre Annunziata nella fiction “Malinconico”, trasmessa su Rai. Secondo Avvisati, l'accostamento della città esclusivamente a droga e degrado perpetua un'immagine distorta e riduttiva di una realtà complessa, contrapposta a una descrizione elogiativa di Salerno come città vivace, culturalmente ricca e in crescita.
“Pur riconoscendo che la serie ha valorizzato Salerno e la sua provincia, Avvisati critica l'uso di cliché su Torre Annunziata, rappresentata come un luogo privo di interesse e dominato dalla criminalità. Questo, - secondo Avvisati - danneggia l'immagine della città e ne oscura i numerosi punti di forza. Torre Annunziata, infatti, vanta un litorale di sabbia nera vulcanica, dichiarato balneabile dall’ARPAC, e un patrimonio storico e culturale di grande rilievo, come gli Scavi di Oplontis, patrimonio UNESCO, che include la Villa di Poppea”.
Avvisati sottolinea la posizione strategica della città, “ben collegata a Napoli, Pompei, il Vesuvio, la costa sorrentina e amalfitana e alle isole del Golfo. Negli ultimi anni, la città ha conosciuto una crescita del turismo, supportata dall'apertura di strutture ricettive extra-alberghiere, ristoranti, lidi balneari e attività enogastronomiche come il wine-tasting del celebre Lacryma Christi. Inoltre, il miglioramento della sicurezza, grazie alla costante presenza delle Forze dell’Ordine e alle operazioni di polizia, ha reso Torre Annunziata sempre più vivibile”.
L’invito è quindi quello di superare i pregiudizi e a “rappresentare Torre Annunziata con maggiore equilibrio, evidenziandone il potenziale turistico e culturale. La città, pur non essendo esente da difficoltà, non merita di essere dipinta unicamente come simbolo di degrado, ma come una comunità con una storia, una bellezza e un’identità da riscoprire e valorizzare. Certo non è Pollica, ma non è neanche Suburra”.
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