Matilde lo sapeva. Aveva visto la spensieratezza scivolare via dagli occhi di suo figlio giorno dopo giorno. E non è rimasta a guardare. Disobbedendo alle logiche malate dell'omertà ha scelto di denunciare gli orchi del Rione Poverelli per strappare i bambini del quartiere dalle grinfie dei pedofili. Ma ha pagato a caro prezzo il suo coraggio. Il 26 marzo 2004 due colpi di pistola l'hanno messa a tacere per sempre.

Torre Annunziata non ha dimenticato Matilde Sorrentino. A diciannove anni dalla sua morte, presso il monumento dedicato alle vittime innocenti della camorra, i ragazzi della comunità salesiana hanno depositato un fascio di margherite davanti alla Chiesa di Sant'Alfonso De Liguori. Una manifestazione sentita e partecipata, a cui hanno aderito le forze sociali e politiche del territorio locale. Stavolta sono stati i più piccoli a fare memoria di mamma-coraggio, raccontando a voce alta la sua storia. Dalla denuncia degli abusi nella scuola del Rione Poverelli al suo omicidio ordinato dal boss Tamarisco. Poi quei due colpi di pistola per tapparle la bocca per sempre. 

A quasi vent'anni dalla morte di mamma-coraggio Torre Annunziata è ancora avvolta dalle ombre. La criminalità organizzata tiene ancora sotto scacco la città, seminando il panico tra le strade dell'area sud. Agguati, omicidi e cadaveri tengono i cittadini con il fiato sospeso, preoccupati per l'escalation di violenza delle ultime settimane. Intanto, mentre la parte sana di Torre Annunziata celebra chi ha dato la vita per la giustizia, la camorra continua con la sua spregiudicata azione criminale.

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