Torre Annunziata. Usura aggravata: Franco Immobile condannato a cinque anni e mezzo di reclusione. L’ex presidente del Savoia (72, in foto) secondo i giudici prestò soldi a strozzo con tassi del 10% mensili e fino al 120% annui. Prestiti elargiti tra il 2008 e il 2014. Il pm aveva chiesto per Immobile la pena di 7 anni.

Vittima di “Franco ‘o presidente” fu solo l’impresario milanese V.D.A., parte civile a processo. Ma l’inchiesta era partita dalla denuncia alla Guardia di Finanza di T.T., noto avvocato torrese e accusatore principale di Immobile. Fu infatti il civilista a registrare con un “mini-dvr” un incontro avuto col suo presunto aguzzino. Era il 12 maggio 2014.

L'incontro si svolse presso uno studio legale in via Pasquale Fusco. L’avvocato denunciò poi di aver dovuto restituire 46mila 500euro in contanti nei primi tre mesi del 2014. Soldi che estinguevano solo in parte un prestito di circa 40mila euro, concessogli da Immobile. Accusa dalla quale "'o presidente"  oggi è andato assolto.

“E’ l’assoluzione dall’accusa principale a renderci parzialmente ottimisti in vista dell’appello” ha commentato dopo la sentenza l’avvocato Elio D’Aquino, legale di Immobile. L’avvocato aveva provato a smontare anche la versione fornita a processo dall’unica vittima di “Franco ‘o presidente”, l’imprenditore meneghino V.D.A.

Imprenditore che invece ottenne nel 2012 da Immobile “150mila euro da restituire in almeno 4 tranche per un totale di 350mila”. La somma - così ricostruita in cifre dal pm nella sua requisitoria - sarebbe servita all’impresario per la ristrutturazione di una osteria-pescheria al Corso principale di Milano. A ripagare il prestito ci avrebbe poi pensato il ricavato della vendita di un terzo del suo ricco appartamento sul Lago di Garda: valore stimato in circa 800mila euro.

“E invece li perdemmo tutti i nostri soldi. Era l’8 dicembre e noi eravamo disperati – aveva rivelato ai giudici la moglie dell’imprenditore, nel corso della sua testimonianza - . Mio marito mi disse: prendiamo il prestito, è l’ultima spiaggia”. La vendita del lussuoso appartamento, invece, sarebbe stata bloccata da un sequestro di beni successivamente intervenuto. "Sequestro di cui non c'è alcuna traccia agli atti" aveva tuonato in aula l'avvocato di Immobile.

Riconosciuta nei confronti di Franco Immobile anche l’aggravante dell’aver agito in danno di persone esercenti un’attività professionale. Circostanza per la quale la legge prevede un aumento della pena da un terzo alla metà.

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