TORRE ANNUNZIATA. Usura e riciclaggio tra Torre Annunziata e Boscotrecase: il pm della Procura oplontina, Sergio Raimondi, ha richiesto durissime condanne per l’intera famiglia Carotenuto, ufficialmente storici panificatori torresi. Per l’accusa, invece, un intero nucleo familiare di imprenditori di Torre Annunziata era finito nella morsa dei Carotenuto, che “praticavano alle vittime – così il pm oggi in requisitoria – tassi mensili del 5 per cento”. Le indagini bancarie, condotte dai militari della Guardia di Finanza, avrebbero accertato – negli anni 2003-08 – entrate per 3 milioni di euro sui diversi conti correnti intestati a Francesco Carotenuto (69, conosciuto come “Pacchiotto”) e sua moglie Teresa Manzillo (68, “a’ cazettara”): per entrambi, accusati solo di usura, il pm ha richiesto una condanna a 9 anni di reclusione, più una multa di 11mila 800euro.

LE FIGLIE. Nei guai anche le 4 figlie della coppia – Anna, Carmela, Maria e Filomena -  che secondo la ricostruzione degli inquirenti avrebbero riciclato il denaro di provenienza illecita: per tutte, il pm ha richiesto una condanna a 4 anni di carcere e una multa di 5mila euro. Secondo le indagini, la famiglia Carotenuto aveva intestato alle figlie quasi 4 milioni di euro tra immobili, polizze assicurative sulla vita, conti bancari, rapporti postali e investimenti in titoli finanziari. Patrimonio sequestrato nel 2011: oggi, il pm ne ha chiesto la confisca ai giudici.

L’INCHIESTA. Una raffica di intercettazioni telefoniche proverebbe, secondo la Procura, almeno 39 prestiti usurai mediante la pratica del cambio assegni. Una volta concesso il prestito, la vittima consegnava nelle mani dell’usuraio un assegno bancario con la corresponsione di un valore già decurtato dell’interesse mensile anticipato.

IL QUADERNO "ICEBERG". L’inchiesta, partita nel 2009, si ampliò il 1 febbraio 2010: gli inquirenti ritrovarono a casa di una delle presunte vittime, imprenditrice nel settore artistico, un quaderno pieno di appunti che “documentavano i rapporti di credito-debito coi Carotenuto”. Nell’aprile del 2006, la vittima avrebbe girato ai Carotenuto assegni per 12mila euro, con interessi pari invece a 3.960 euro. Accanto ad ogni prestito c’era scritto “pacchiotto” o una T: per il pm "era l’iniziale di Teresa Manzillo".

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