Torre Annunziata, usura. Pm chiede 7 anni per Franco Immobile
L’accusa: “’O presidente non era pericoloso, ma gestiva ingenti somme di denaro”
12-05-2016 | di Salvatore Piro
VERSIONE ACCESSIBILE DELL'ARTICOLO
Torre Annunziata. Usura aggravata: il pm chiede 7 anni di reclusione e 15mila euro di multa per l’ex presidente del Savoia Franco Immobile (72, nella foto). “’O presidente”, tornato in libertà lo scorso 4 marzo dopo un anno ai domiciliari, per l’accusa prestò soldi a strozzo con tassi del 10% mensili e fino al 120% annui. Nella sua “rete” – secondo gli inquirenti – tra il 2008 e il 2014 finirono T.T., noto avvocato di Torre Annunziata, e l’impresario milanese V.D.A., unica parte civile a processo.
LA REQUISITORIA. “Franco Immobile non è il più pericoloso usuraio che abbia incontrato, ma comunque era in grado di gestire ingenti somme di denaro, potendo attendere con calma la restituzione del capitale e degli interessi”. Così in udienza il pm, Sergio Raimondi, ha motivato ai giudici la sua dura richiesta di pena nei confronti di “Francuccio ‘o presidente”.
LE CIFRE. Secondo la ricostruzione dell’accusa, Franco Immobile prestò all’avvocato 30mila euro. Soldi da restituire in due tranche: la prima da 108mila, la seconda da 44mila euro. L’incontro decisivo avvenne all’interno dello studio del legale, in pieno centro città, a via Fusco. Incontro registrato dall’avvocato con un mini-dvr, prestatogli dalla Guardia di Finanza per incastrare “’o presidente”. Il file audio, come richiesto dal difensore di Immobile, Elio D’Aquino, non è però mai entrato agli atti del processo.
La seconda vittima di Immobile, l’imprenditore di Milano V.D.A., nel dicembre 2012 avrebbe invece preso a prestito “150mila euro, ripagati a Franco Immobile con almeno 4 tranche per un totale di 350mila euro”. I soldi sarebbero serviti all’imprenditore per ristrutturare una osteria-pescheria al Corso principale della città meneghina. L’accusa ha contestato a Franco Immobile l’aggravante dell’aver agito in danno di persone esercenti un’attività professionale. Circostanza per la quale la legge prevede un aumento della pena da un terzo alla metà.
IL RACCONTO. “Perdemmo tutti i nostri soldi l’8 dicembre, eravamo disperati – ha rivelato nel corso del processo la moglie dell’imprenditore milanese - . Mio marito mi disse: prendiamo il prestito, è l’ultima spiaggia”. E ancora ai giudici: “La prima volta mio marito venne in un bar di Torre Annunziata, prese 100mila euro e ripartì per Milano. La seconda tranche del prestito la ottenne il 20 dicembre, direttamente a casa di Immobile. Nascondemmo i soldi, erano tutti 50 e 100 euro, e completammo i lavori al ristorante”. La sentenza è attesa a fine estate.
Sondaggio
Risultati
Puoi ricevere le notizie de loStrillone.tv direttamente su Whats App. Memorizza il numero 334.919.32.78 e inviaci il messaggio "OK Notizie"