L’8 e il 9 giugno prossimi Torre Annunziata tornerà al voto per le elezioni amministrative. Un appuntamento decisivo per le sorti della Città, chiamata nuovamente a risollevarsi dopo aver subito per la seconda volta l’onta dello scioglimento del Consiglio comunale per infiltrazioni camorristiche, con conseguente commissariamento di due anni dell’Ente municipale.

L’occasione impone una doverosa riflessione sull’ultimo trentennio della storia politico-amministrativa cittadina; su quel periodo, cioè, iniziato a metà degli anni ’90 del secolo scorso, con il precedente scioglimento e con la fine della Prima Repubblica, e del quale questo secondo scioglimento ne rappresenta il significativo epilogo. Una stagione nata con grandi speranze ma che, volendo tracciare in estrema sintesi un suo bilancio, non ha visto concretizzarsi il tanto auspicato sviluppo economico e sociale della Città.

“In ragione del ruolo preponderante avuto in questi anni nel governo cittadino dal PD e, ancora prima, dai suoi principali antenati, il PDS e i DS, è lecito individuare tale partito come il maggiore colpevole di questo fallimento – sostiene Claudio Bergamasco dell’associazione ‘La paranza delle idee’ -. Ci si attende, di conseguenza, la nascita di alleanze politiche decisamente alternative a esso; ciò almeno fin tanto che da parte dei Democratici non vi sarà una forte assunzione di responsabilità. Va anche detto, però, che il PD ha sempre capeggiato ampie coalizioni, all’interno delle quali si sono avvicendati, negli anni, svariati altri soggetti politici, cui pure vanno ascritte delle colpe”.

Ma c’è dell’altro. “Quelli che si sono collocati, di volta in volta, all’opposizione delle giunte di centrosinistra non sono quasi mai riusciti a esprimere poi un’autentica alternativa, finendo in più occasioni per coalizzarsi attorno alle candidature di soggetti che avevano ricoperto posizioni apicali in quelle stesse giunte – ha continuato Bergamasco -. Sarebbe perciò auspicabile che per la prossima tornata elettorale emergessero candidature a sindaco di palese rottura con il passato e che riguardino soggetti dotati di chiare competenze, nonché della capacità di fare da sintesi a una proposta politica strutturata anche in prospettiva sovracomunale. La speranza è che le forze politiche in campo si muovano a breve in questa direzione e in quella della definizione di un programma elettorale fondato sulle necessarie, e tra loro interdipendenti, rigenerazioni: urbana, ambientale, economica, culturale, sociale, morale, civile e politica”.

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