Torre del Greco. Abuso d'ufficio e soppressione di atti: chiesti un anno e 2 mesi di reclusione per il sindaco Ciro Borriello. E’ ripartito così in appello, con le richieste di condanna del procuratore generale, il processo sullo scandalo “abusivopoli”. Scandalo che nel 2010 fece tremare in 38 tra vigili urbani, “colletti bianchi” e politici in carica a Palazzo Baronale. Secondo i pm della Procura della Repubblica di Torre Annunziata, nella vicina Torre del Greco esisteva infatti "un gruppo di tecnici e di agenti pronti a intascare denaro e regali per coprire gli abusi edilizi commessi in città".

Borriello, in primo grado e nonostante una richiesta di pena a tre anni e mezzo, aveva incassato l’assoluzione perché “il fatto non sussiste”. Il primo cittadino aveva così scongiurato il rischio di una condanna con sospensione ai sensi della legge Severino. Nel 2009 il sindaco (al suo primo mandato) secondo gli inquirenti avrebbe “pilotato” alcuni controlli dei vigili urbani ad un negoziante. Borriello era stato tirato in ballo per due vicende: quelle relative alle vetrine della “Dar Impianti” e della “Boutique Bruno” di via Roma. A far scattare le indagini, l’esposto presentato ai magistrati dall’ex comandante della Municipale di Torre del Greco, Andrea Formisano.

Assolto l’anno scorso (era il 14 maggio) anche il consigliere comunale del Nuovo Centro Destra, Nicola Donadio. Tra i politici eccellenti a pagare fu invece l’ex assessore Vincenzo Maida, condannato a tre anni e 3 mesi di reclusione. In primo grado, la pena più alta era stata inflitta al vigile urbano Errico Sorrentino (otto anni e 9 mesi di reclusione). Per lui ieri è arrivata la richiesta di conferma della condanna. L'ex capo del nucleo anti-abusivismo è accusato di aver falsificato più di un sopralluogo in strutture abusive a seconda del presunto “regalo” ricevuto. 

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